domenica 22 febbraio 2009

Re Mida: il senso estetico-cognitivo

Bellezza e Conoscenza sono inseparabili. La percezione della Bellezza avviene per gradi e richiede il graduale sviluppo del senso di sè psichico, spirituale e cognitivo. In particolare il senso di sè cognitivo, inteso come sintesi di tutte le intuizioni che, per quanto possibile alla mia mente, sono in grado di prioiettare nel mondo sensibile, visualizzare nello spazio interiore e contemplare nel "centro della fronte", produce una "biforcazione" dell'informazione (la lettera Ypsilon dell'androgino) che è all'origine della percezione estetica e intuitiva.

L'informazione proveniente dalle "immagini" e quella proveniente dalle "parole" viene sintetizzata contemporaneamente dai due emisferi cerebrali (l'archimente teorizzata dal sociologo E. Morin). Bellezza e conoscenza diventano una unità così indisssolubile, che un fattore influenza l'altro. La ricerca di nuove soluzioni estetiche, peculiare delle facoltà dell'emisfero destro spinge l'emisfero sinistro a trovare nuove soluzioni tecnologiche, aerodinamiche e strrutturali che rendono possibile la nuova forma.

Con le medesime modalità l'innovazione tecnica e tecnologica che matura dalla ricerca scientifica, spinge gli artisti a sperimentare mezzi espressivi e canoni estetici che rivoluzionano il senso estetico collettivo. Ad esempio gli studi sull'Ottica, scienza della percezione per eccellenza, ha prodotto tre rivoluzioni: la rappresentazione prospettica (fine XV secolo), la visione a "cannocchiale" (fine XVII secolo) e il puntilismo (fine XIX secolo).

Arte e Scienza sono due attività del cervello umano che scaturiscono dal medesimo processo di elaborazione sensoriale, cinestetico e cognitivo. estetico delle informazioni. Per i filosofi cognitivisti, l'arte di Afrodite è una funzione attiva nell'uomo già dalla tenera età L'arte è la facoltà sensibile che permette a ogni individuo di sviluppare ed espandere il "senso di sé" nello spazio (l' ambiente), nel tempo (la vita) e il mutare dell'energia biopsicosomatica in anima, mente e coscienza creativa (la metaforfosi naturale).

L'arte si configura quindi arte della percezione nel suo senso più elevato. Percezione che ci aiuta a evitare sin da piccoli di sbattere la fronte contro lo spigolo della tavola (senso di sé fisico), di elaborare istintivamente forme complesse di reazione agli stimoli ambientali (senso di sé psichico) e di decidere quali parole, espressioni, comportamenti e forme psicologiche utilizzare per influenzare la comunicazione interpersonale (senso di sé mentale). A un livello più creativo l'arte ci aiuta a immagazzinare nuovi modelli mentali, così possiamo assorbirli senza doverli sperimentare vivendo e senza doverli apprendere con un lungo processo di induzione, e ci fornisce anche una gamma di esperienze che altrimenti non avremmo mai potuto sepruimentare di persona((senso di sé materiale e spirituale).

A questo livello inizia l'arte alchemica, ovvero l'iniziazione alla percezione intuitiva e quindi all'esperienza "virtuale" di tutte le possibili varianti con cui è possibile esprimere creativamente se stessi nel mondo e estrinsecare la propria complessa natura (Il pleroma: istinto, pulsione e libido) in forme consapevoli, originali e caratterizzate da "valore intrinseco" .

"Mentre le invenzioni utili della tecnica modificano solo indirettamente il genere umano, le invenzioni estetiche allargano direttamente la coscienza umana, espandono il campo delle percezioni umane e del discorso emotivo, estendendo la nostra partecipazione ai sentimenti altrui. Attraverso l'allargamento del canale della sensibilità umana la conoscenza dell'universo si allargherà. La differenza tra invenzioni tecniche e invenzioni artistiche corrisponde alla differenza tra cambiare l'ambiente che ci circonda e cambiare le nostre percezioni dell'ambiente." (Kubler, 1976).

Sviluppare il senso di sé creativo (Bacco) significa lavorare quotidianamente con la "materia" al fine di sperimentare le tecniche e applicazioni che il corpo e i suoi talenti mi rendono disponibili al fine di selezionare quelle più idonee, di volta in volta, a specifiche esigenze espressive (senso di sé cognitivo di Re Mida).

Il senso di Sè creativo di Bacco, sintesi di tutte le possibili elaborazioni e creazioni tendenti al nuovo che, per quanto possibile, sono in grado di manifestare per mezzo dei talenti del corpo, le abilità della mente e la percezione sensoriale dell'anima (Sileno, il maestro di Bacco) ha davvero l'effetto di trasformare ogni idea, invenzione e progetto in Oro.

La leggenda narra che Sileno (il "Maestro" al quale Bacco obbedisce), ebbro di vino per i numerosi inviti a partecipare a cene e feste, si fosse perso tra i campi. Re Mida, il senso di sè cognitivo, lo ospita nella sua reggia, lo cura e lo ristora, per poi riconsegnarlo a Bacco che, per sdebitarsi della sua generosità, gli offre di esaudire un suo desiderio: Re Mida gli chiede ovviamente di trasformare ogni sua idea, invenzione e progetto in "oro", metafora del potere del sè creativo di elaborare la forma e la tecnologia più adatta alle esigenze del Tempo.

Bacco esaudisce la sua richiesta. Terra, pietre e spighe di grano e persino il cibo si trasformarono in oro. A questo punto Re Mida chiede al Dio creativo di liberarlo da quella rovinosa fortuna che lo avrebbe condotto a morte certa. Il Dio del vino gli indica la via della liberazione dalla libido che conduce alla sorgente del fiume Pattolo, metafora della fonte battesimale dove avrebbe dovuto lavarsi per eliminare dal corpo la sua colpa. (la libido, il peccato che origina dalla mente impura)

venerdì 20 febbraio 2009

Il sesso femminile come modello cognitivo


Sesso e conoscenza sono sempre insieme. Le mosse della ragione, della razionalità maschile finalizzata agli scopi immaginati dalla libido, si scontrano sempre, in ogni tempo, luogo e cultura con le ragioni del corpo femminile. Le donne incarnano le istanze del corpo contro la ragione: eteronomia di sentimenti e alterità di coscienza si scontrano con l'autonomia delle pulsioni maschili (istinto di azione) e volontà di dominare il mondo per mezzo di idee, astrazioni, concetti e teorie.

Il corpo pervaso dai sentimenti corporei , istintivi ( Dea Kali), emotivi (Dea Lakshmi) e cognitivi (Dea Saraswati), è sempre femmina e quindi plurale (trino) nelle sue istanze e nei suoi bisogni. Quando l'idea partorita dall'emisfero sinistro maschile (Saturno), anche la più alta e pura, si incontra con la ragione del corpo rappresentata dalla donna, sia pure in una pretesa di ascesi e purificazione, l'idea ne viene infettata e contaminata in modo irredimibile.

La concezione tantrica della vita, a differenza della fisolofia generata dall'ego cogito cartesiano che rimuove in pochi decenni l'androginia di pensiero conquistata dagli artisti rinascimentali, si inoltra fino alle radici della conoscenza biopsicologica e delle regole epigenetiche che modellano i rapporti tra gli uomini e tra l'uomo e la natura. Il corpo, in quanto depositario degli istinti, della pulsioni e della libido (desiderio di integrare parti mancanti di sè), è il tempio della sessualità assoluta in cui è possibile realizzare l'emancipazione dagli aspetti corcitivi legati ai fini biologici (riproduzione/conservazione). materiali (piacere/sicurezza) e sociali (famiglia/cultura) dell'esistenza.

La concezione "cattolica" del sesso femminile, ritenuto dalla ragione maschile incapace di sviluppare una volontà autonoma e libera dai suoi fini (procreazione e oggetto di piacere), e dunque incapace di sostenere valori etici finalizzati al bene, individua nella donna il "diavolo" che fa cadere l'uomo nella colpa, sia se lo vuole libertino, sia se lo vuole rendere asceta. Il corpo della donna, "karmicamente" assoggettata alle funzioni di riproduzione della specie, è il pericolo più grande dell'unità dell'io psicologico, in quanto essa è, secondo l'immagine platonica, creatura policefala, portatore di molte ragioni e quindi di plurarità e contraddizione. E' chiaro che il corpo reso funzionale dal Pleroma degli istinti e luogo di scontro di sentimenti contrastanti, rappresenti per la donna stessa un elemento costante di conflitto e di lacerazione dell'anima.

Il suo segno è Penia: mancanza, bisogno, miseria. E per questo suo carattere (psichico) che la donna tutto inghiotte, sugge e dissolve ogni ricchezza. In quanto Matrice della vita e divinità del Tempo (la Dea Kali), il corpo femminile parla, attraverso l'inconscio, una pluralità di dialetti che non coincidono mai con il linguaggio comune, portatrice di una alterità di emozioni, eterogeneità di sentimenti morali e infine estraneità ai valori correnti che la colloca al di fuori da ogni discorso etico ed estetico.

A differenza dell'uomo che compie atti corporei semplici ed espleta funzioni sessuali automatiche, spesso e volentieri mal coordinate, l'anima della donna (i suo sentire) deve stabilire un rapporto consapevole con il proprio corpo. Poichè l'accoppiamento rappresenta il suo "schematismo" biologico- trascendentale, il coito diventa conoscenza dei sentimenti istintivi, emotivi e cognitivi che strutturano, infine, quella "coscienza di relazione" peculiare delle donne ( e degli alchimisti) libere da pregiudizioni, sensi di colpa, perversioni, desideri inibiti, curiosità morbose e false intenzioni che inquinano la percezione della realtà e i rapporti sociali.

Il sesso femminile, inteso come esperienza di accoppiamento cinestetico attuata dalla propriocezione (la potenza di Kali) , rappresenta per gli alchimisti il modello cognitivo per evolvere nelle qualità morali/sensoriali, etiche/percettive ed spirituali/estetiche che l'individuo (l'io sperimentatore) deve far crescere dentro di sè se vuole gedere di ogni attimo della vita.

L'anima gode all'interno del corpo (lo stato di Grazia) quando non influisce sulla motricità del corpo e ciò avviene quando il sesso femminile (la yoni fisica) è comprenetrata nel fallo (lingam) al punto che maschio e femmina formano una cosa unica nel simbolo dello Shiva lingam. Il culto del lingam ha un significato spirituale che trascende l'aspetto genitale dell'accoppiamento. E' il lingam di Shiva che accende nel corpo (Kali), nel cuore (Lakshmi) e nella mente (Saraswati) femminile, il desiderio di conoscere i sentimenti evolutivi delle tre Dee che rappresentano ancora oggi un modello insuperato di consapevolezza, comprensione e conoscenza della natura umana (la Via Umida degli alchimisti).

Quando l'individuo impedisce alla "donna interiore" di evolvere attraverso le eperienze del sesso, dell'amore e dell'arte incarna le sembianze di Shiva /Rudra, il distruttore di mondi, il signore delle lacrime. L'inibizione, la castrazione e il rifiuto di accoppiarsi con la donna secondo le modalità "istintive, emotive e cognitive" prescritte dalla sua sessualità, produce nella cultura occidentale il fenomeno della distanza da sè, della non coincidenza con sè peculiari della solitudine e dell'alienazione. La coscienza occidentale è intesa quindi come lacerazione, risposta a un senso di perdita e di disintegrazione dell'io. L'Io sperimentatore (Teseo) perde uno dei suoi fili (Arianna) e non è più in grado di uscire dal labirinto della psiche, cadendo vittima della fame carnivora del Minotauro, simbolo della libido egocentrica di chi ricerca i piaceri della vita (i sette fanciulli) e il cibo spirituale (le sette fanciuille) all'infuori di sè.


Sesso e conoscenza si uniscono in un unico filo (il filo del Sè) quando l'individuo "addormenta" l'istinto, la pulsione e la libido (i tre satiri dipinti da Botticelli) e lascia che sia l'amore, la percezione e l'intuito di Afrodite (vestita) a guidarlo verso la realizzazione della perfezione. Shiva (Marte) diventa allora un Dio benefico, signore del sonno, immune da ogni tentazione di esercitare il potere connesso al nome/azione, all'identità/volontà e alle proprie idee/sapere, perfettamente nudo e integro, stabile e privo di turbamento, equilibrato e consapevole di essere pura energia sessuale (il lingam), lo solfo degli alchimisti.

Unendo l'energia sessuale di Shiva al filo illuminato dal sesso femminile (la parte sinistra del corpo), l'io (privo di ego) dà vita all'amore (eros), alla coscienza (amor) e all'intelletto (Hermes) dell'anima. Marte perde il suo significato di fallo, e, nella sua dimensione più evoluta, diventa il "triplice fuoco" della trascendenza (il sè spirituale)

"Non ha corpo e neppure organi di percezione. Non esiste nessuno che gli sia simile o più grande. Noi sentiamo parlare unicamente delle mille forme dei suoi inerenti poteri trascendenti, il sapere, il volere e l'agire" (Shvetashvatara Upanishad)

I poteri trascendenti di Shiva sono una manifestazione della Shakti femminile poichè l'azione si traduce in consapevolezza di relazione (Animus), la volontà in coscienza di relazione (Spiritus) e il sapere in conoscenza di relazione (Intellectus). Fare sesso illumina il corpo (eros), la mente (Amor) e lo spirito (Hermes) di Afrodite e là dove le tre cose stanno insieme, nel centro della fronte, è possibile generare l'elixir della Bellezza e della Conoscenza eterna, il soma, il nettare divino, il cibo degli Dei.

giovedì 19 febbraio 2009

I sensi di Bacco

A ogni modificazione delle facoltà di relazione con il mondo esterno, mediato dal senso cinestetico, dal senso di sè e dalla libido di realizzare i desideri dell'anima, corrIsponde una modificazione dell'informazione chimica (bile), magnetica (flegma) ed elettrica (argentum vivum) all'interno del sistema di decodificazione sensoriale (il cervelletto) e di interpretazione del segnale nella memoria evolutiva di sintesi (L'emisfero destro spirituale della Vergine Maria)

L'artista assorbito dalla propria opera, il filosofo in contemplazione della natura e il mistico che si immerge in meditazione esplorano, ognuno a proprio modo, il potere della memoria evolutiva (interiore) di serbare un ricordo vivo delle esperienze precedenti, non escluse quelle vissute in vite precedenti. Il fenomeno dell'introversione della libido, spontaneo nelle donne e negli individui che devono elaborare una figura paterna sostitutiva di quella reale, accentua la capacità della mente di "fermare" il flusso di pensieri, impressioni e sensazioni cognitive che costituiscono l'humus in cui cui germina il seme dell'azione generato dalla "scimmia" della mente.

Nella condizione del "silenzio interiore", fase ultima dell'esperienza descritta nel mito di Narciso nel momento della dissoluzione di ogni forma di autoriflessione, la memoria interiore inizia a "funzionare" come "motore", seppur immobile, di tutto l' universo dell'anima. E' all'interno di questo motore, alimentato dal carburante della libido introvertita, che lo spirito trova la sua dimora.

Nel De Trinitate Agostino scrive: "Se infatti ci riferiamo alla memoria interiore con cui lo spirito si ricorda di sè (Senso cinestetico), e all'intelligenza interiore con cui comprende se stesso (Senso di sè), e alla volontà interiore con cui si ama (Amor sui o Libido), là dove queste tre sono sempre insieme (l'emisfero destro), sono sempre state insieme dal momento in cui hanno cominciato ad esistere, sia che fossero pensate (consapevoli), sia che non lo fossere (subconscie), apparirà invero che l'immagine di quella trinità appartiene alla sola memoria."



Non è certo se Piero della Francesca fosse un estimatore di Sant'Agostino. E' certo che la cultura filosofica del tempo studiasse seriamente quale fosse il percorso più sicuro e rapide per giungere a percepire la luce di Dio, chiamato da Agostino "itinerarium mentis Deum". Già allora illuminare la mente significava realizzare un percorso di "Bellezza e di Conoscenza" che evolveva in "Virtù e Sapienza" man mano che i fattori mentali (i tre guna dei tantrici) venivano trasmutati dalla luce dell'anima (energia chimica, magnetica ed elettrica).

Ascendere al cielo, toccare con mano la luce di Dio e immergersi nello Spirito Santo (l'ispirazione divina) aveva un preciso significato biopsicosomatico. Per diventare come "Dio creatore" era necessario comprendere le esperienze del Figlio, modello perfetto di trasformazione della coscienza individuale, soggetta alle perturbazioni della mente, nella coscienza universale di chi prende dimora nella "memoria interiore", luogo mistico situato nell'emisfero destro "collegato" ai sentimenti del cuore. Ecco allora che l'Itinerarium Mentis Deum non poteva che iniziare dal concepimento del figlio e dispiegarsi attraverso un percorso di immagini che avesse come polo di attrazione la figura del Bambino Gesù in braccio alla Vergine Maria.

Bellezza e conoscenza vanno di pari passo, sono sempre insieme come la Vergine e il Bambino. La bellezza dell'anima, incantata attraverso processi di metamorfosi dell'intelligenza in consapevolezza sensoriale (la Vergine), e la conoscenza di sè (il Bambino) che scaturisce dal rapporto immacolato che l'anima stabilisce con la propria libido, rappresentano il nucleo centrale della Filosofia di Afrodite/Maria, celebrata nel "Magnificat", inno alla gloria della Madre di Gesù, fatto della stessa sostanza del Padre.

Il Bambino rappresenta una Prima Parte della Totalità in cui gli alchimisti ravvisavano la potenza di DIo creatore. Piero della Francesca è un maestro dell'Alchmia interiore. Conosce tutte le fasi di trasformazione della bile nera (la pulsione psichica) in bile rossa (pulsione creativa), gialla (cognitiva) e infine bianca (assenza di pulsione e quindi consapevolezza). Come artista sperimenta l'introversione creativa (la bile rossa diventa Elixir rubeum) e la trasmutazione dell'intelligenza di relazione attraverso le potenze della percezione (gli angeli, i cherubini e i serafini).



L'introversione profonda della libido diventa creativa, ed è quindi in grado di generare il Bambino, nel momento in cui avviene una fusione tra la capacità di guardare in faccia la realtà (l'angelo di sinistra) e la capacità di recepire le informazioni provenienti dall'esterno (angelo di destra). Bisogna stabile un collegamento tra il tempo presente (la realtà priva di illusioni) e il tempo futuro (il desiderio di realizzare i desideri del cuore), affinchè dal processo di introversione della Vergine (l'alchimia dell'anima razionale in anima intellettiva) emerga una precisa conoscenza intuitiva , materiale e spirituale, dell'esistenza.

Immergendosi nella memoria interiore (la Vergine guarda dentro se stessa) l'individuo creativo inizia a recepire le impressioni della mente universale (simboli, metafore, archetipi) più utili allo sviluppo della conoscenza di sè, e a tradurle, attraverso il "senso di sè" materiale e spirituale (il bambino Gesù), in azioni, opere e attività creative ispirate dalla mente libera dai pensieri e dalle impressioni (il garofano bianco).

A differenza della complessa dinamica spirituale elaborata dagli artisti del Rinascimento alchemico per descrivere le fasi di trasformazione dell'amor sui in amore di Dio, la mitologia greca va direttamente a rappresentare la nascita del senso di sè materiale (Bacco) e spirituale (Arianna) alla fine di un un viaggio di comprensione sensoriale della realtà (il Trionfo di Bacco).

Tiziano, Trionfo di Bacco. Il corteo di Bacco incontra Arianna al ritorno dall'India. Bacco lancia nel cielo la corona di Arianna che si trasforma in costellazione (otto stelle). Sullo sfondo si vede la nave di Teseo che ha appena abbandonato Arianna sulla riva..



L'amor di sè che si introverte non conduce solo alla meditazione, ma anche alla ricerca dei piaceri sensoriali che gratificano l'esistenza terrena dell'anima. Attraverso l'esperienza dei piaceri carnali (il sesso e il cibo), mentali (il vino e i giochi) e spirituali (l'arte e la musica) l'individuo libera l'anima dalle passioni terrene e la corona di Arianna (emblema della metamorfosi dell'anima) può ascendere al cielo (la Regina Coeli) e diventare una costellazione celeste, una nuova costellazione di significati filosofici e spirituali.



Bacco è uno dei temi preferiti da Caravaggio. All'interno del calice, metafora di un "luogo cerebrale" dove di raccoglie il nettare della conoscenza di sè (il vino), Bacco distilla il senso di sè materiale in coscienza sensoriale della realtà. La vita diventa un "Trionfo di piacere" se si possiede la facoltà di godere dei sensi fisici, mentali e spriituali.

La coscienza sensoriale nasce dall'introversione malinconica della pulsione sessuale e richiede un tempo di attesa utile a "macerare" i sensi fisici (le mele) e mentali (le pere). La frutta in decomposizione descrive il tempo dell'introversione della libido indispensabile per evolvere nel "senso di sè spirituale" di Arianna,

E' attraverso il filo della "consapevolezza spirituale" di Arianna che Teseo può ritrovare la strada per uscire dal labirinto di Minosse dopo aver ucciso il Minotauro.

mercoledì 18 febbraio 2009

Dissoluzione di Narciso e nascita di Bacco



Se diventiamo sensibili alla bellezza estetica e spirituale trasmessa da Afrodite, significa che abbiamo realizzato il senso di sè mentale e siamo disponibili, come insegna il mito di Narciso, ad abbandonare un concetto astratto di Bellezza per abbracciare invece il potere dell'arte di illuminare la mente attraverso un consapevole dispiegamento di simboli, emblemi, metafore, allegorie e mantra (matrika shakti), il linguaggio degli archetipi trasmessi dalla Mente Universale.

Il fenomeno di adesione ai canoni della Bellezza che da millenni illuminano non solo l'arte, ma anche i comportamenti morali, etici e spirituali degli individui che hanno fatto la storia dei sentimenti umani, avviene ogni qualvolta che percepiamo una vibrazione sottile nel cuore e appare, in forme più o meno profonde, il segno del turbamento.

Gli innamorati, le donne e gli artisti sperimentano il fenomeno ciclicamente, ogni volta che l'energia spirituale (Venere urania) si colloca nel "cuore" (la luna è in quadratura al sole, nella fase di luna crescente e decrescente). Il turbamento segna l'inizio di una fase di introversione psichica, mentale e creativa in cui diventa possibile assimilare, in forme subconscie, inconscie e iperconscie, le "sette regole di Afrodite" che sono propedueutiche alla purificazione della libido (amor sui), alla trasmutazione delle sensazioni corporee in consapevolezza percettiva (senso di sè) e trasformazione dell' identità cosciente in comprensione razionale delle potenzialità trascendenti della mente (luna piena) e dei poteri dell'intuizione supercosciente (luna nuova).

L'interpretazione freudiana del mito di Narciso, ricondotta alla sola tematica dell'amor sui, è certamente limitativa, anche se rappresenta il fenomeno più evidente che emerge nell'individuo quando impara l'arte di comunicare (intelligenza di relazione), e quindi di influenzare, persuadere, suggestionare e manipolare la psiche (la ninfa Eco), anche semplicemente ritraendosi e disdegnando il contatto. Il senso di sè mentale, sintesi di tutte le possibili forme di comunicazione e di ricezione delle informazioni che, per quanto possibile, sono in grado di esprimere nelle mie relazioni con mondo, degenera spesso in autocompiacimento, arroganza e presunzione, caratteristiche peculiare di chi viene subito etichettato ironicamente dalle donne come "vanesio", "saputello", "seduttore senza scrupoli" o "quello più bello degli altri".

E' in questa fase che si sviluppa la forza del desiderio e la sensazione di poter realizzare qualsiasi desiderio, a cui corrisponde, in caso di successo, uno sviluppo ipertrofico dell'ego, l'unico in grado, attraverso un processo di motivazione, scelta e decisione finalizzato agli scopi, a dare valore all'oggetto del desiderio. La capacità di orientare il desiderio su un oggetto è chiamato libido. La libido è considerata il carburante dell'alchimia spirituale poichè il suo scopo immediato (subconscio) è di reintegrare a sè l'essenza dell'oggetto desiderato.

La libido rappresenta la forza mentale primaria che ci permette di integrare dentro di noi le "energie" indispensabili per realizzare l'equilibrio psicologico e materiale. Quando la libido è orientata verso l'esterno l'individuo vaga alla ricerca del denaro, della bellezza e del piacere che rappresentano le esperienze necessarie all'io mentale (il Figliol prodigo) per dissipare tutte le risorse psichiche e materiali e ritornare così alla casa del padre (la razionalità evolutiva). Quando la libido dà forza al desiderio di conoscere se stessi, o di conoscere le verità spirituali, e si rivolge all'interno, accade che l'io mentale "sprofonda" nell'introversione psichica (malinconia adusta) e infine creativa (melanconia generosa), considerati gli stati d'animo che dischiudono all'Alchimia della percezione, della coscienza e della conoscenza di sè.

Anche Narciso è pervaso dall'amor sui, dalla libido di realizzare i desideri del cuore, e non dà retta all'eco della propria anima che lo "segue e lo osserva da lontano nascosta dietro gli alberi", metafora di una condizione subconscia in cui i desideri dell'anima (di introversione amorosa) vengono trascurati per privilegiare i desideri dell'ego. Narciso non solo disdegna di ascoltare i desideri di Eco, ma si prende gioco della libido femminile che, a differenza di quella maschile, cerca nel partner una possibile integrazione di ciò che effettivamente "manca" nel corpo femminile (l'intinto di agire).

Per questo motivo Amore, figlio di Afrodite, decide di punirlo. La punizione è semplice. Amore, simbolo del turbamento estetico e sentimentale, invoca la Dea Nemesi e inverte la direzione della libido dall'esterno verso l'interno. L'introversione del desiderio si traduce in desiderio di conoscenza e accende l'istinto di riflessione iscritto nel dna femminile. L'introversione della libido costringe ogni individuo a "guardarsi allo specchio" e a riflettere sul significato simbolico delle relazioni e dei rapporti che stabiliamo con le persone e le cose.

La libido infatti va alla ricerca di ciò che manca all'Anima per evolvere in coscienza sensoriale di sè (Bacco) ed ascendere "al cielo" (Arianna). L'autoconoscenza, così come insegna il mito di Dioniso che muore mentre si osserva allo specchio, è la soglia che ci permette di comprendere la dimensione illusoria della realtà creata dalla libido egocentrica e il potenziale mistificatorio connesso a tutte le attività mentali e relazioni in cui la libido scende a patti con la libido altrui pur di perseguire i propri scopi. La verità è oltre lo specchio e l'autoconoscenza, frantumando la dimensione dionisiaca dell'esistenza materiale, ci conduce oltre l'illusione, la mistificazione e la ricerca di piaceri sensoriali effimeri.

La mitologia greca ci avverte che Narciso a un certo punto si disintegra. L'introversione della libido provoca una graduale dissoluzione dell'ego e l'amor sui si traduce in una nuova e più raffinata coscienza di sè. Narciso "muore" e rimane come addormentato sulla sponda del fiume (narcotizzato dai petali di coscienza da lui stesso generati nel fiore omonimo), mentre al suo fianco "nasce" la figura straordinario di Bacco.

Bacco, interprete sublime della coscienza sensoriale dell'alchimista che introverte la libido per ricercare i piaceri dell'anima attraverso la distillazione dei sensi corporei, mentali e spirituali (gli Elixir), è la prosecuzione logica della Filosofia di Afrodite: Narciso segna la transizione dal "senso di sè mentale" al "senso di sè sensoriale /spirituale" di Bacco. Lo spiritualità non trascende l'uomo, ma è un valore terreno, conquistato attraverso lo sviluppo sensoriale e l'osservanza delle regole dell'Arte

martedì 17 febbraio 2009

Turbamento e dissoluzione di Narciso

La mitologia greca ci insegna un percorso di conoscenza che non è fine a se stesso. I miti sono generati dalla mente universale costituita dagli archetipi. Gli archetipi strutturano la psiche umana nei suoi sostrati subconsci, inconsci e iperconsci e fanno della psiche il regno della relazione, poichè ogni archetipo, non diversamente dallo sceneggiatore, chiede alla mente individuale (il regista del film) di individuare gli attori, le relazioni e le "location" più adatte per lo svolgimento del destino spirituale (la trama del film) dell'anima che si incarna nel corpo (l'opera alchemica cinematografica di traduzione di una realtà virtuale immaginata dallo sceneggiatore in una ulteriore realtà virtuale creata dal regista con il contributo di attori, tecnici e produttori).

La mitologia greca, non diversamente dal cinema, insegna un percorso di conoscenza che non è finalizzato al divertimento puro e semplice. E' vero che l'anima gode quando vede se stessa riflessa nei vizi e nei difetti dei protagonisti, ma è altrettanto vero che l'archetipo interagisce con l'inconscio individuale e collettivo quando l'anima rinviene nella "memoria interiore" una corrispondenza diretta e pregnante di significati al punto che intuisce, in forme subconscie, di essere una emanazione della mente universale, lo sceneggiatore divino.

Il fenomeno del riconoscimento dell'archetipo ispirato dalle vicende della mitologia, dalle trame del cinema e delle favole, e ri-prodotto dalle immagini dell'Arte Alchemica in chiave simbolica, ha un effetto straordinario. ancora incompreso dalla cultura occidentale. RIconoscere l'archetipo che corrisponde al nostro destino di anima significa percepire e sentire ciò che Freud (1919) ha definito "turbamento dell'anima", o "spaesamento del cuore" (Unheimlich). L'archetipo penetra nel cuore (la memoria evolutiva) e determina una "perdita dell'io" per cui lo 'spettatore' non si sente più tra le mura sicure della dimora (Heim), ma sperimenta un turbamento profondo che diventa sgomento quando si "ripete ciclicamente" (il ciclo dei nodi lunari) nella ripetizione involontaria dell'eguale, da ciò che Proust, dal canto suo, definisce la "memoria involontaria".

Spesso l'elemento perturbante viene identificato in una persona, situazione, immagine, sogno o fantasia e produce un effetto angoscioso e destabilizzante. Lo "spaesamento del cuore" provoca la rottura del tempo lineare (Saturno/Cronos) per cui irrompe nella labile coscienza dell'io la "consapevolezza del ritorno del rimosso (Urano è stato ucciso dal figlio Saturno che lo castra e getta i testicoli nel mare di Citera).

Il processo di razionalizzazione messo in atto dalla cultura occidentale, finalizzato a strutturare nel tempo lineare una identità sociale forte e coerente con gli scopi collettivi (Cronos) , rimuove la mente spirituale dell'anima (Urano) dal trono in cui deve risiedere naturalmente. Così come la mente della donna è stata rimossa (castrata da Saturno) dalla cultura e dalla società, per il suo carattere instabile (ciclico) di ascoltare più i suggerimenti provenienti dallo Spirito del Tempo che i comandamenti di DIo, così la mente intuitiva, connessa al ciclo degli archetipi, ha perso il contatto con il tempo storico ed è tuttora incapace di interpretare la "misura dell'eterno ritorno" dei fenomeni sociali, politici e culturali che generano le guerre, le distruzioni e le crisi economiche.

Lo "spaesamento del cuore sociale" è la descrizione del tempo della crisi, della precarietà, di ciò che diventa visibile non appena siamo costretti ad abbandonare le mura dell'antica casa del linguaggio logico e razionale, ma è anche la premessa indispensabile per la "nascita dell'Arte Alchemica" (dal mare di Citera, dalla schiuma generata dai testicoli di Urano, emerge sopra una conchiglia, simbolo di una sintesi intuitiva, Venere Urania), e cioè un rinnovato (rinascente) desiderio di comprendere il significato spirituale delle esperienze, delle relazioni e delle coincidenze che costellano la vita dell'Anima.

Bisogna abbandonare le mura sicure del linguaggio logico-razionale e le strutture cognitive cementate dalla fiducia illimitata nel progresso che ci impedisce di percepire l'irruzione quotidiana degli archetipi contenuti nel corpo mentale di Venere fecondata in vitro dal seme di Urano, la mente spriituale degli artisti. Trasportati dalla cultura dell'anima trasmessa dalla mitologia e dal cinema (il Vento Zefiro) e dai sentimenti del cuore delle donne (il corpo astrale di Aura), che aspirano più degli uomini a conoscere il destino spirituale della propria anima, gli archetipi contenuti nel corpo di Venere possono essere accolti dalla mente (l'isola di Citera) libera dall'assillo del tempo (le dodici Ore).

La mitologia ci insegna un percorso di conoscenza che ci conduce a scoprire il senso della Bellezza, il settimo senso dell'anima. E' attraverso l'amore per la bellezza del corpo, della mente e dello spirito delle donne che è pssibile giungere a percepire il "mistico suono" delle sette Muse, le sette arti, in grado di veicolare il potere degli archetipi, e quindi della mente universale (il ciclo di Urano), nel nostro cuore.

Se diventiamo sensibili alla bellezza estetica e spirituale trasmessa da Afrodite, significa che abbiamo realizzato il senso di sè mentale e siamo disponibili, come insegna il mito di Narciso, ad abbandonare un concetto astratto di Bellezza per abbracciare invece il potere dell'arte (Matrika shakti) di illuminare la mente attraverso un consapevole dispiegamento di simboli, emblemi, metafore, allegorie e mantra, il linguaggio degli archetipi trasmessi dalla Mente Universale.

L' irrompere dell'archetipo nel cuore dell'iniziato all'Arte (Narciso) provoca una perdita provvisoria del senso dell'io in cui solitamente ci identifichiamo, e cioè in quella parte di cervello che non vuole ascoltare la voce dell'anima (la ninfa Eco) che invece è sensibile al tempo ciclico e ripete incessantemente le prime parole di ogni frase per annunciare (in forma subconscia) un cambiamento di vibrazioni nella Mistica Musica universale.

Narciso è bellissimo perchè dotato di senso estetico, ma non conosce l'effetto trascendente della Bellezza di purificare l'io dalla libido, di trasmutare la pigrizia e l'arroganza in desiderio di conoscenza e di trasformare il senso di sè mentale nel senso di sè spirituale di chi è consapevole di avere un destino, un archetipo da interpretare (il nodo lunare sud).

Se la vita diventa un film di cui siamo spettatori della vita delineata dagli archetipi, anche la vita materiale viene percepita dall'alchimista come Regno dell'Illusione e dell'Ignoranza in cui crediamo di essere ciò che non siamo e crediamo di conoscere ciò che non possiamo decifrare con l'intelletto razionalizzatore.

La mitologia ci insegna un percorso di conoscenza in cui diventiamo ciò che che conosciamo. E' questo il segreto degli alchimisti, il segreto di coloro che decidono di essere illuminati dall'amore, dalla coscienza e dalla conoscenza delle donne figlie di Afrodite; donne sensibili al tempo ciclico della luna e che rinunciano all'ego di declamatre verità che ancora non conoscono, ma che percepiscono con il cuore, la mente subconscia femminile.

Eco, per questa sua pretesa di amare (conoscere) chi non vuole essere amato (conosciuto), viene condannata a diventare uno scoglio, metafora di un processo di pietrificazione delle facoltà psichiche intuitive, mentre Narciso scompare all'interno del proprio riflesso, dentro uno specchio (l'dentificazione razionale nel proprio volto/identità sociale e negli stereotipi della bellezza) in cui non si può più riconoscere.


Dissoluzione di Narciso e nascita di Bacco


Se diventiamo sensibili alla bellezza estetica e spirituale trasmessa da Afrodite, significa che abbiamo realizzato il senso di sè mentale e siamo disponibili, come insegna il mito di Narciso, ad abbandonare un concetto astratto di Bellezza per abbracciare invece il potere dell'arte di illuminare la mente attraverso un consapevole dispiegamento di simboli, emblemi, metafore, allegorie e mantra (matrika shakti), il linguaggio degli archetipi trasmessi dalla Mente Universale.

Il fenomeno di adesione ai canoni della Bellezza che da millenni illuminano non solo l'arte, ma anche i comportamenti morali, etici e spirituali degli individui che hanno fatto la storia dei sentimenti umani, avviene ogni qualvolta che percepiamo una vibrazione sottile nel cuore e appare, in forme più o meno profonde, il segno del turbamento.

Gli innamorati, le donne e gli artisti sperimentano il fenomeno ciclicamente, ogni volta che l'energia spirituale (Venere urania) si colloca nel "cuore" (la luna è in quadratura al sole, nella fase di luna crescente e decrescente). Il turbamento segna l'inizio di una fase di introversione psichica, mentale e creativa in cui diventa possibile assimilare, in forme subconscie, inconscie e iperconscie, le "sette regole di Afrodite" che sono propedueutiche alla purificazione della libido (amor sui), alla trasmutazione delle sensazioni corporee in consapevolezza percettiva (senso di sè) e trasformazione dell' identità cosciente in comprensione razionale delle potenzialità trascendenti della mente (luna piena) e dei poteri dell'intuizione supercosciente (luna nuova).

L'interpretazione freudiana del mito di Narciso, ricondotta alla sola tematica dell'amor sui, è certamente limitativa, anche se rappresenta il fenomeno più evidente che emerge nell'individuo quando impara l'arte di comunicare (intelligenza di relazione), e quindi di influenzare, persuadere, suggestionare e manipolare la psiche (la ninfa Eco), anche semplicemente ritraendosi e disdegnando il contatto. Il senso di sè mentale, sintesi di tutte le possibili forme di comunicazione e di ricezione delle informazioni che, per quanto possibile, sono in grado di esprimere nelle mie relazioni con mondo, degenera spesso in autocompiacimento, arroganza e presunzione, caratteristiche peculiare di chi viene subito etichettato ironicamente dalle donne come "vanesio", "saputello", "seduttore senza scrupoli" o "quello più bello degli altri".

E' in questa fase che si sviluppa la forza del desiderio e la sensazione di poter realizzare qualsiasi desiderio, a cui corrisponde, in caso di successo, uno sviluppo ipertrofico dell'ego, l'unico in grado, attraverso un processo di motivazione, scelta e decisione finalizzato agli scopi, a dare valore all'oggetto del desiderio. La capacità di orientare il desiderio su un oggetto è chiamato libido. La libido è considerata il carburante dell'alchimia spirituale poichè il suo scopo immediato (subconscio) è di reintegrare a sè l'essenza dell'oggetto desiderato.

La libido rappresenta la forza mentale primaria che ci permette di integrare dentro di noi le "energie" indispensabili per realizzare l'equilibrio psicologico e materiale. Quando la libido è orientata verso l'esterno l'individuo vaga alla ricerca del denaro, della bellezza e del piacere che rappresentano le esperienze necessarie all'io mentale (il Figliol prodigo) per dissipare tutte le risorse psichiche e materiali e ritornare così alla casa del padre (la razionalità evolutiva). Quando la libido dà forza al desiderio di conoscere se stessi, o di conoscere le verità spirituali, e si rivolge all'interno, accade che l'io mentale "sprofonda" nell'introversione psichica (malinconia adusta) e infine creativa (melanconia generosa), considerati gli stati d'animo che dischiudono all'Alchimia della percezione, della coscienza e della conoscenza di sè.

Anche Narciso è pervaso dall'amor sui, dalla libido di realizzare i desideri del cuore, e non dà retta all'eco della propria anima che lo "segue e lo osserva da lontano nascosta dietro gli alberi", metafora di una condizione subconscia in cui i desideri dell'anima (di introversione amorosa) vengono trascurati per privilegiare i desideri dell'ego. Narciso non solo disdegna di ascoltare i desideri di Eco, ma si prende gioco della libido femminile che, a differenza di quella maschile, cerca nel partner una possibile integrazione di ciò che effettivamente "manca" nel corpo femminile (l'intinto di agire).

Per questo motivo Amore, figlio di Afrodite, decide di punirlo. La punizione è semplice. Amore, simbolo del turbamento estetico e sentimentale, invoca la Dea Nemesi e inverte la direzione della libido dall'esterno verso l'interno. L'introversione del desiderio si traduce in desiderio di conoscenza e accende l'istinto di riflessione iscritto nel dna femminile. L'introversione della libido costringe ogni individuo a "guardarsi allo specchio" e a riflettere sul significato simbolico delle relazioni e dei rapporti che stabiliamo con le persone e le cose.

La libido infatti va alla ricerca di ciò che manca all'Anima per evolvere in coscienza sensoriale di sè (Bacco) ed ascendere "al cielo" (Arianna). L'autoconoscenza, così come insegna il mito di Dioniso che muore mentre si osserva allo specchio, è la soglia che ci permette di comprendere la dimensione illusoria della realtà creata dalla libido egocentrica e il potenziale mistificatorio connesso a tutte le attività mentali e relazioni in cui la libido scende a patti con la libido altrui pur di perseguire i propri scopi. La verità è oltre lo specchio e l'autoconoscenza, frantumando la dimensione dionisiaca dell'esistenza materiale, ci conduce oltre l'illusione, la mistificazione e la ricerca di piaceri sensoriali effimeri.

La mitologia greca ci avverte che Narciso a un certo punto si disintegra. L'introversione della libido provoca una graduale dissoluzione dell'ego e l'amor sui si traduce in una nuova e più raffinata coscienza di sè. Narciso "muore" e rimane come addormentato sulla sponda del fiume (narcotizzato dai petali di coscienza da lui stesso generati nel fiore omonimo), mentre al suo fianco "nasce" la figura straordinario di Bacco.

Bacco, interprete sublime della coscienza sensoriale dell'alchimista che introverte la libido per ricercare i piaceri dell'anima attraverso la distillazione dei sensi corporei, mentali e spirituali (gli Elixir), è la prosecuzione logica della Filosofia di Afrodite: Narciso segna la transizione dal "senso di sè mentale" al "senso di sè sensoriale /spirituale" di Bacco. Lo spiritualità non trascende l'uomo, ma è un valore terreno, conquistato attraverso lo sviluppo sensoriale e l'osservanza delle regole dell'Arte

domenica 15 febbraio 2009

La liberazione di Andromeda


Veronese, Perseo libera Andromeda

Il sonno di Psiche rappresenta un momento cruciale della trasformazione alchemica della "seconda materia" (la Psiche) nella "terza materia" (la Mente). Le quattro prove superate da Psiche grazie all'aiuto providenziale delle formiche, della canna, dell'aquila e della torre allude all'intero processo di illuminazione dei sensi psichici che caratterizzano l'esperienza dei sensitivi, dei medium e dei veggenti.

Psiche alla fine del viaggio negli Inferi ruba l'elixir della percezione psichica della realtà "invisibile" distillato da Proserpina durante un lungo "processo" di esplorazione della mente subconscia, inconscia e iperconscia nel regno di Plutone.
Impaziente di conoscere il fluido segreto di Proserpina, Psiche non resiste alla tentazione di sperimentare la "bellezza interiore" portata a compimento dalla trasformazione della pulsione psichica irrazionale in comprensione delle motivazioni che spingono l'anima ad affrontare, in forma subconscia, le esperienze, le prove e i conflitti inerenti il proprio "destino" spirituale.

Al termine delle quattro prove, Psiche evolve il senso di sè psichico (carattere) in senso di sè mentale (temperamento), sintesi di tutte le possibili elaborazioni fisiche (le formiche), psichiche (la canna) intuitive (l'aquila) ed evolutive (la torre) che, per quanto possibile, sono in grado di esprimere, comunicare e comprendere utilizzando l'energia mentale peculiare del mio "temperamento di nascita" (l'ascendente dell'astrologia).

Tuttavia Psiche non è ancora in grado di sostenere il metabolismo psichico compiuto dall'adrenalina nel cervello (Proserpina) e cade addormentata, assopita in un lungo sonno, metafora del tempo necessario al Temperamento (Perseo) di affrontare i "mostri" che albergano nella psiche, rappresentati nella mitologia dalle tre Gorgoni che possiedono il potere di 'pietrificare'. e quindi di impedire, il processo di trasmutazione dell'energia psichica (Psiche) in energia mentale (Andromeda).

Perseo affronta Medusa trasformata da Minerva in un mostro marino con capelli di serpente e il potere di pietrificare con lo sguardo. Enblema dell'ego psichico, tipicamente femminile, di intuire le verità nascoste attarverso il sistema della percezione sensoriale, ma poi incapace di selezionare le fonti dell'informazione e di elaborare con metodo e razionalità il ventaglio delle ipotesi, Medusa rappresenta il collegameto provvisorio stabilito dall'anima psichica (il cercvelletto attivato dall'adrenalina) con la parte di cervello (il mesencefalo) in cui avviene una prima elaborazioen della immagine e dei suoi contenuti.



Perseo deve recidere il collegamento e mozzare la testa del mostro, colpevole di impedire all'anima di evolvere la percezione psichica in percezione critica, razionale e cognitiva di ciò che viene recepito dal corpo. Minerva gli dona uno scudo lucente come simbolo di un processo di analisi dei "movimenti" e delle motivazioni che spingono l'ego ad agire accecato dall'ira, dalla gelosia e dalla libido di possesso.

Perseo, emblema del temperamento di chi è consapevole di cosa si agita nel cuore umano, può così correre velocissimo sulle ali dell'adrenalina e combattere contro il drago che tiene prigioniera Andromeda, la fanciulla che incarna l'enegia mentale indispensabile per evolvere nel "senso di sè mentale".

Libero dalla pulsione irrazionale di credere a ciò il carattere psichico gli suggerisce di fare, Perseo trasforma l'adrenalina in energia mentale e si unisce con
Andromeda nei due emisferi cerebrali superiori, metafora di un nuovo metabolismo dell'energia psichica all'interno delle strutture cognitive e creative del cervello.

Temperamento ed energia mentale producono infatti un sistema di difesa dall'arroganza e dalla presunzione di chi pretende di avere ragione
con la forza delle argomentazioni suggerite dalla libido psichica (il drago)-

Le prove di Psiche

La ninfa Atalata sposa Ippomene e così si compie la metamorfosi della pulsione psichica delle ninfe nel "senso di sè" delle donne. Afrodite detta le "regole della metamorfosi" e invita gli esseri umani (le anime) ad essere consapevoli delle sensazioni corporee, non solo quelle suscitate dall'Eros e dalla Bellezza estetica, ma soprattutto quelle che avvertono della presenza invisibile, misteriosa e spesso occulta, della frequenze infrarosse che avvisano dei pericolo, dei guai e delle possibili problematiche insite in ogni tipo di relazione, anche amorosa.

La mitologia greca narra la complessa storia di Psiche, poi ripresa e riscritta in chiave favolistica da Apuleio nei primi secoli dell'era cristiana, che disobbedisce all'ordine di non guardare in viso il volto dell'amato. Il meccanismo della favola è lo stesso collaudato nella Genesi in cui Eva disobbedisce all'ordine di Dio di non mordere la mela della conoscenza, sapendo bene che la psiche femminile è biologicamente in-sub-ordinata, e cioè destinata a rifuggire ad ogni proposizione e comandamento proveniente da processi di razionalizzazione delle pulsioni.

Psiche non è una ninfa (percezione psichica), ma è una donna (senso di sè psichico)costretta dai genitori a salire su una montagna (il cervello) per diventare sposa di un essere orribile (la ragione saturnina), giusta punizione per chi "recita" un ruolo (la "femme fatal" ad esempio) e non evolve in consapevolezza percettiva.

Psiche possiede un notevole controllo dei propri "registri" emozionali, e, come una attrice, interpreta il proprio senso di sè psichico come "mezzo" per manifestare l'intelligenza femminile finalizzata agli scopi. Per questo suo modo "furbetto" di fingere e di frignare a comando, Afrodite la punisce e la costringe a affrontare quattro prove.

La posta in palio è molto alta. In ogni prova Psiche deve dimostrare di poter superare i propri limiti biopsicologici, altrimenti deve morire, rimanendo confinata per sempre nellzdimensione psichica dell'esistenza. Il simbolismo della favola descrive una possibilità concreta, per ogni individuo,di trasformare la percezione sensoriale di Psiche in percezione cognitiva, comprensione simbolica e conoscenza spirituale della propria Anima peculiare di Proserpina, simbolo dell'anima che sposando Plutone, scende negli inferi e conosce la dimensione subconscia (l'inferno),inconscia (il Purgatorio) e iperconscia (il Paradiso) della mente

La prima prova

La trasformazione della percezione sensoriale in percezione critica richiede un incremento di energia mentale che si traduce in pazienza, perseveranza e metodo. Alla bellissima Psiche viene chiesto di separare i vari tipi di legumi contenuti in un vaso e di raggrupparli per seme. Impresa impossibile, ma in suo aiuto giunge un esercito di formiche.



"E così dicendo le si precipitò addosso e cominciò a lacerarle in mille brandelli la veste, a strapparle i capelli, a scuoterla per il capo, a colpirla furiosamente. "Poi si fece portare dei chicchi di frumento, d’orzo, di miglio, semi di papavero, ceci, lenticchie e fave, le mescolò, ne fece un gran mucchio e le disse: ‘Sei una schiava così brutta che a me pare tu non possa farti in alcun modo degli amanti, se non a prezzo di un diligente servizio. Perciò voglio mettere alla prova la tua abilità: dividi tutti questi semi, sceglili ad uno ad uno e fanne tanti mucchietti, in bell’ordine. Prima dì sera verrò a controllare che il lavoro sia stato eseguito.’ E lasciatala davanti a quel gran mucchio di semi se ne andò a un pranzo di nozze. "Psiche non ci provò nemmeno a metter mano in quel confuso, inestricabile cumulo ma costernata dall’enormità di quell’ordine se ne rimase in silenzio come imbambolata. Allora quel piccolo animaluccio dei campi, la formicuccia, che ben sapeva quanto difficile fosse un lavoro del genere, provò compassione per la compagna del grande Cupido e condannò la crudeltà della suocera. Cosi cominciò a darsi da fare, su e giù, chiamando a raccolta, dai dintorni, tutto il popolo delle formiche: ‘Correte, agili figlie della terra feconda correte e date una mano, presto, a una leggiadra fanciulla in pericolo, la sposa di Amore!’ E quelle accorsero tutte, a ondate, minuscolo popolo a sei piedi, e lavorando con uno zelo mai visto, chicco dopo chicco, disfecero tutto il cumulo, separarono i semi, li distribuirono in mucchi secondo la qualità e poi, in un batter d’occhio, disparvero.


La seconda prova

La seconda prova richiede l'evoluzione della percezione critica in valutazione razionale delle evidenze visibili ed invisibili, palesi ed occulte. In aiuto di Psiche giunge la "canna" che osserva immobile la vera natura delle cose e degli "uomini".

"S’avviò di buon grado Psiche non già per eseguire quell’ordine ma per trovare rimedio ai suoi triboli precipitandosi da una rupe giù nel fiume; ma dalla sponda una verde canna, di quelle da cui si posson trarre le melodie più soavi, quasi fosse ispirata da un dio, così le parlò nel lieve murmure della brezza leggera: "’Oh, Psiche, afflitta da tante pene, non profanare le mie acque sacre con la tua morte miseranda e non avvicinarti, ora, a quelle terribili e selvagge pecore, perché la vampa ardente del sole le rende ferocissime e con le loro corna aguzze e con le loro fronti dure come il macigno, talvolta addirittura con morsi velenosi, esse s’avventano sugli uomini per ucciderli. Intanto fin ché il sole del meriggio non avrà mitigato il suo ardore e le pecore non si saranno ammansite alla fresca brezza che sale dal fiume, tu puoi nasconderti a bell’agio sotto quel grande platano che, insieme con me beve alla stessa corrente. Quando le pecore si saranno quietate, allora recati nel bosco vicino e scuoti le fronde e troverai la lana d’oro rimasta attaccata qua e là nell’intrico dei rami.’

"Così quell’umile canna umanamente indicava alla povera Psiche la via della salvezza e questa non si pentì di averle dato ascolto né indugiò a seguire a puntino ogni istruzione, tanto che le fu facile compiere il furto e tornare da Venere addirittura con il grembo colmo di soffice lana d’oro.


La terza prova

La trasformazione della percezione razionale in percezione intuitiva richiede la determinazione mentale di risalire alla fonte della conoscenza che si trova sulle vette delle montagne. Psiche inizia la scalata e in suo aiuto giunge un'aquila che le riempie l'ampolla della conoscenza dei saggi.

"Ma nemmeno questa seconda prova, così rischiosa per giunta, le valse a cattivarsi il favore della sua padrona la quale, aggrottando la fronte e sorridendo amaro così le disse: ‘Non è che io non sappia chi sia stato l’autore furfantesco anche di questa impresa, ma voglio metterti ancora alla prova, proprio per vedere se hai veramente tanta forza d’animo e tanta saggezza. Vedi lassù la cima a strapiombo di quell’altissimo monte? Là c’è una sorgente le cui acque cupe scorrendo giù nel fondo di una valle vicina vanno a finire nella palude Stigia e alimentano le vorticose correnti di Cocito. Voglio che tu vada là in cima, proprio dov’è la sorgente, e che mi rechi all’istante, in questa piccola anfora, un po’ di quell’acqua gelida’ e così dicendo non senza minacciarla di pene ancora più gravi, le consegnò un’ampolla di levigato cristallo.


La quarta provaLa trasformazione della percezione intuitiva in percezione cognitiva, astratta e simbolica, richiede infine una profonda immersione nel sottosuolo, metafora dell'esplorazione del subconscio realizzato da Proserpina nel suo viaggio all'inferno. Psiche deve prelevare a Proserpina almeno una parte della sua conoscenza per poter sperare di superare la quarta prova e in suo aiuto giunge la "torre".

XVII "Allora Psiche comprese che per lei era davvero finita e si rese chiaramente conto che ormai la si voleva mandare a morte sicura. C’era, infatti, da dubitarne dal momento che la si costringeva a recarsi con i suoi piedi al Tartaro, nel mondo dei morti? Senza indugiare oltre salì allora su una altissima torre per gettarsi di lassù a capofitto pensando che questo fosse il modo migliore e più spedito per giungere agli Inferi. Ma la torre improvvisamente parlò: ‘Perché, disgraziata, vuoi ucciderti, buttandoti giù? Perché dinnanzi a quest’ultimo rischio, a quest’ultima prova vuoi darti subito per vinta? Una volta che il tuo spirito sarà separato dal corpo andrai, sì, in fondo al Tartaro, certamente, ma di laggiù in alcun modo potrai tornare.

"’Ascoltami: poco lontano di qui c’è Sparta, la celebre città della Acaia; cerca il promontorio del Tenaro che non le è distante anche se situato un po’ fuori mano. Lì c’è l’imboccatura che porta all’inferno e attraverso le sue porte spalancate si vede l’inaccessibile strada. Tu varca la soglia e mettiti in cammino seguendo quella burella e arriverai diritto alla reggia di Plutone. Non dovrai tuttavia inoltrarti in quelle tenebre a mani vuote ma recherai due ciambelle d’orzo impastate con vino e miele, una per mano, e due monete in bocca. Percorrerai un buon tratto di quella strada che porta alla morte e incontrerai un asino zoppo carico di legna e un asinaio zoppo anche lui che ti pregherà di raccattargli alcuni rami caduti dal suo fascio; ma tu non ascoltarlo, passa oltre in silenzio. "’Poco dopo arriverai al fiume dei morti a cui sta a guardia Caronte il quale per traghettare sulla sua barca rattoppata quelli che vanno all’altra riva si fa pagare il pedaggio. Come vedi anche fra i morti esiste l’avidità di denaro e nemmeno il famoso Caronte, né lo stesso padre Dite, un dio così potente, fanno mai nulla gratis e un pover’uomo quando muore deve procurarsi il prezzo del viaggio e se per caso non ha il denaro lì pronto nella mano non gli danno neanche il permesso di morire. "’A quel sordido vecchio darai per il pedaggio una delle monete che hai portato con te, ma lascia che sia egli stesso, con le sue mani, a prenderla dalla tua bocca. Inoltre, mentre traverserai quella pigra corrente un vecchio morto dal pelo dell’acqua solleverà verso di te le putride mani e ti supplicherà di accoglierlo nella barca, ma tu non lasciarti piegare da una pietà che non ti è consentita.



"’Attraversato il fiume, poco più oltre, delle vecchie intente a tessere una tela ti pregheranno di dar loro una mano, ma tu non farlo, non toccare quella tela, perché è un’insidia di Venere, come tutto il resto, per farti cadere dalla mano una delle due ciambelle. Non credere che perdere una focaccia sia cosa da poco conto: basterebbe questo, infatti, per non rivedere mai più la luce. Perché c’è un cane gigantesco, con tre teste enormi, mostro terribile, smisurato, che con le sue fauci spalancate latra contro i morti ai quali però, ormai, non può fare alcun male; egli cerca inutilmente di spaventarli e intanto eternamente veglia davanti alla porta e agli oscuri antri di Proserpina, custode della vuota dimora di Dite. "’Tu tienilo a bada gettandogli una delle due ciambelle; così potrai facilmente passare e giungere fino a Proserpina che ti accoglierà con cortesia e con benevolenza e ti inviterà a sedere a tuo agio e a consumare un lauto pasto. "’Tu però siederai per terra e chiederai soltanto un tozzo di pane e mangerai di quello, poi le dirai il motivo della tua venuta e preso quanto ti verrà dato, tornerai indietro, placherai la ferocia del cane con l’altra ciambella, darai all’avaro nocchiero la monetina che avrai conservato e, oltrepassato nuovamente il fiume, ricalcherai le tue orme per rivedere questo nostro cielo con il suo coro di stelle. "’Ma soprattutto ti raccomando una cosa: non aprire la scatola che porterai con te, non guardare dentro, non essere curiosa, non curarti di quel tesoro di divina bellezza che essa nasconde.’
"

Così quella torre provvidenziale assolse il suo profetico incarico e Psiche non indugiò, raggiunse il promontorio del Tenaro, prese con sé le monete e le ciambelle secondo le istruzioni ricevute, discese lungo la strada infernale, oltrepassò senza dir parola l’asinaio zoppo, diede al nocchiero la moneta per il traghetto, fu sorda al desiderio del morto che galleggiava, non si curò delle insidiose preghiere delle tessitrici, placò con la ciambella la rabbia spaventosa del cane e, infine, giunse alla dimora di Proserpina. "Qui rifiutò il morbido sedile e il cibo squisito che l’ospite le offerse ma sedette umilmente ai suoi piedi si contentò di un pane scuro, poi riferì l’ambasciata di Venere. "E senza indugio prese la scatola, in gran segreto riempita e sigillata, fece tacere le bocche latranti del cane con l’inganno della seconda ciambella, consegnò al nocchiero la moneta che le era rimasta e risalì dall’inferno con passo assai più leggero. "Ma dopo aver rivista e adorata questa candida luce, benché avesse fretta di portare a buon fine il suo mandato, fu assalita da un’imprudente curiosità: ‘Sono proprio una sciocca’ si disse: ‘porto con me la divina bellezza e non ne prendo nemmeno un pocolino, non foss’altro per piacere di più al mio bellissimo amante’ e, detto fatto, aprì la scatola.

"Ma dentro non v’era nulla, nessuna bellezza, ma solo del sonno, un letargo di morte che s’impadronì di lei non appena ella sollevò il coperchio e che si diffuse per tutte le sue membra in una pesante nebbia di sopore facendola cadere addormentata proprio dove si trovava, là sul sentiero. "E Psiche giacque immobile nel suo sonno profondo, come morta."

sabato 14 febbraio 2009

La curiosità di Atalanta

Il senso di sè psichico si forma nell'adolescenza, nel periodo in cui le sensazioni, gli slanci del cuore e le pulsioni psichiche indotte dall'eros occupano un posto rilevante nella vita, influenzando comportamenti e azioni.

Appena la madre esaurisce il ruolo di insegnare al figlio la necessità di contenere le pulsioni e gli eccessi psichici come la rabbia, la collera, ma anche l'entusiasmo e l'eccitazione, subentra un diverso processo di eleborazione dell'energia cinetica (maschile) e cinestetica (femminile) che produce in breve tempo la trasmutazione del "senso di sè fisico" nel "senso di sè psichico", inteso come la sintesi di tutte le azioni e reazioni psichiche che, per quanto possibile alla mia specifica natura (carattere), posso esprimere con il corpo, anche attraverso una forzatura, modificazioe e alterazione dei caratteri espressivi (recitazione).


La reazione psichica, tipica del senso cinestetico femminile, è caratterizzata dalla velocità e dall'imprevedibilità. Spesso è sufficiente il tono di voce, o una piccola incomprensione, a far scaturire un riflesso emotivo immediato che si traduce in pianto, oppure gelosia, ira e desiderio di contrapposizione.



Guido Reni: Atalanta e Ippomene

La pulsione psichica sfida chiunque. Non si preoccupa di chi ha di fronte perchè la reazione è così compulsiva che è impossibile contenere l'effluvio velocissimo di parole, gesti e manifestazioni citiche che la caratterizzano.
LA mitologia greca ha codificato nella vicenda sfida tra la ninfa Atalanta e del suo pretendente Ippomene il primo stadio di trasformazione della pulsione nel senso di sè psichico che deve svilupparsi all'interno delel regole sociali di convivenza.

Atalanta era una ninfa che rifuggiva da qualunque legame perchè un oracolo le aveva predetto che una volta sposata non sarebbe stata più la stessa. Abile cacciatrice e velocissima nella corsa, la ninfa sfidava i suoi corteggiatori a gareggiare con lei mettendo in palio la sua illibatezza in caso di vittoria, oppure il sacrificio della loro vita in caso di sconfitta. Per lungo tempo Atalanta rimase imbattuta, finchè non fu sfidata da Ippomene.

Ippomene, per vincere la gara e conquistare il cuore della fanciulla, chiese ad Afrodite di aiutarlo nell'impresa. Afrodite, Dea della conoscenza dei processi di metamorfosi dell'anima psichica in Emozione (Talia), Creatività (Eufrosine) e Bellezza (Aglaia), le tre Grazie nate dalla sua unione con Bacco (la coscienza sensoriale), gli donò tre mele d'oro da disseminare lungo il percorso allo scopo di attrarre la curiosità della ninfa e rallentare la sua corsa.


Le tre mele d'oro di Afrodite disseminate da Ippomene lungo il percorso evolutivo dell'anima psichica hanno l'effetto di suscitare interesse, curiosità e riflessione, i tre stadi di breve "introversione" della pulsione sufficienti a trasformare la "potenza cinestetica" nel senso di sè psichico.


La ninfa, come tutte le donne, è abile nella percezione psichica degli elementi in gioco ed è curiosa di scoprire tutte le "novità" che suscitano interesse nell'anima. Percepire l'intresse è la prima delle emozioni del cuore. La bellezza estetica, il lusso e i piaceri della vita, e la ricchezza di cui sono figlie, suscitano interesse nel cuore degli esseri umani perchè vibrano nelle frequenze invisibili degli infrarossi che il senso cinestetico femminile associa all'eros.

Atalanta è sicura della vittoria e concede a Ippomene un certo vantaggio, sufficiente al giovane per "collocare" interesse, curiosità di conoscere e riflessione lungo il "sentiero della trasformazione" di sè, riuscendo così a "frenare" la corsa della ninfa e a congiungersi con lei.

La vicenda descrive in metafora ilprocesso di evoluzione della percezione psichica (la velocissima ninfa) in interesse/consapevolezza, curiosità/conoscenza e riflessione/coscienza di sè (le tre mele d'oro). La percezione psichica è rapida nell'afferrare le situazioni più favorevoli allo sviluppo materiale dell'individuo, ma, nello stesso tempo, è superficiale.

Lo sguardo della "ninfa" si posa sulle copertine dei libri o sulle pagine patinate delle riviste di moda. Scorre con lo sguardo tutte le pagine fino a che non è attratta dalla luce di Ippomene, simbolo del prodotto estetico o culturale in grado di sucitare l'emozione dell'interesse (Venere in Taurus), la curiosità della mente (Venere in Gemelli) e la riflessione emotiva o critica (Venere in cancro).


Le "tre mele" di Afrodite emettono, una dopo l'altra, le frequenze dell'Eros, della Bellezza e della Verità (l'oro alchemico) contenute nelle opere dell'arte alchemica allo scopo di educare l'anima a riflettere sui principi della trasformazione della percezione psichica in consapevolezza, comprensione e conoscenza della Verità, così - come- si - presenta -al - primo - sguardo.

L'anima femminile come modello cognitivo



Venere Sosandra, statua del I secolo d.C.

Il senso di sé non è un prodotto naturale del corpo e nemmeno una facoltà artificiale della razionalità. Il senso di sé è prerogativa dell'emisfero destro femminile e può essere concepito come un amalgama emergente da una combinazione o fusione (solve e coagula) della propria conoscenza intrapersonale (enterocezione) e di quella interpersonale (esterocezione) mediata dalla consapevolezza propriocettiva (Venere in Taurus, considerata dagli alchimisti l'origine della trascendenza).

"Un senso di Sè ben formato appare spesso come il massimo risultato conseguibile nello sviluppo della persona, una capacità suprema che sovraintende e presiede tutte le forme di intelligenza" (Gardner, 1986).
Infatti la capacità di conoscere noi stessi e e gli altri è una parte inalienabile dell'intelligenza umana, per cui la conoscenza di chi siamo è davvero la soglia di accesso al Tempio della conoscenza iniziatica.

Il monito che si legge a Delfi, "Coscosci te stesso e conoscerai Dio", ci avverte che non è possibile sperimentare la dimensione sacra, divina e trascendente del corpo umano se non sviluppiamo adeguatamente le "potenze" femminili con le quali possiamo conoscere le facoltà creative del corpo (senso cinestetico), della mente (senso di Sè) e dello spirito (l''amor di sè, la libido dell'anima che anela congiungersi a Dio).

Mentre il senso cinestetico si sviluppa naturalmente seguendo una logica progressiva determinata dal codice genetico e dall'espansione delle capacità dell'anima di manifestarsi attraverso i talenti corporei (Venere/Marte), le abilità mentali (Venere/Mercurio) e le intuizioni 'spirituali' (Venere/Vulcano), il "Senso di Sè" (Venere/Adone) necessità di essere nutrito dalla "mitologia greca" (l'albero di mirra, simbolo della conoscenza corporea) ed educato dalle "regole di Afrodite Sosandra", la salvatrice degli uomini.

Il "senso di sè", rappresentato nella mitologia greca da Adone, figlio del rapporto incestuoso di Mirra (l'istinto cinestetico) con il padre (la razionalità che impone le regole di ogni gioco), si sviluppa intrecciando le informazioni provenienti dai sensi corporei (l' esterocezione) con le sensazioni percepite dai sensi dell'anima (le ghiandole, gli organi e l'epidermide) provenienti dall'interno del corpo (enterocezione).

La mitologia narra che Venere (il sistema propriocettivo), colpita per sbaglio da Amore, si innamori di Adone in cui emerge precocemente la predilizione per i giochi, le competizioni agonistiche e infine la caccia. Figlio dell'istinto femminile di giocare secondo le "regole", Adone deve pagare con la vita la sua superbia: il giovane, ancora immaturo per affrontare le prove della vita, non ascolta Afrodite che lo avverte di rinunciare ai piaceri della caccia, attività cinestetica/percettiva in cui le regole possono essere sovvertite improvvisamente dall'emergere degli istinti di sopravvivenza "animali" (il cinghiale bianco, l'ultimo della sua specie).



Il senso di Sè è un "work in progress" in cui corpo, mente e spirito (identità di relazione), lavorano incessantemente per connettere le informazioni esterne con quelle interne, seguendo le "modalità della percezione" suggerite dalla coppia Afrodite/Zeus, la razionalità percettiva dei saggi. E' necessario ascoltare le sensazioni corporee e obbedire alle regole di Afrodite per portare a maturazione il senso di sè, facoltà dello spirito in grado di sovraintere qualsiasi forma di intelligenza.

Le "regole di Afrodite" (modalità della percezione) hanno la funzione di regolare l' azione cinestetica (fisica, psichica, mentale, spirituale, creativa e cognitiva) attraverso l'autoavvertimneto psichico, la propriocezione, l'introspezione, la proiezione emotiva , la visualizzazione creativa e la contemplazione intuitiva. Seguendo le regole non si corre il rischio di "morire prematuramente" azzannati dal "cinghiale bianco" e nemmeno di cadere vittime della percezione "altri" .

Mentre il "senso di sè fisico" inizia ad evolvere nel bambino dal momento in cui impara a camminare e abbassa istintivamente la testa per evitare di farsi male con lo spigolo del tavolo, il senso di sè del'adolescente deve svilupparsi tramite l'ascolto delle raccomandazioni della "madre" che avverte l'anima psichica a proseguire sul sentiero di trasformazione della curiosità (senso di sè psichico) in percezione (senso di sè mentale), intuizione (senso di sè spirituale) e conoscenza della libido umana (senso di sè cognitivo), rappresentato nella favola di "Cappuccetto rosso" dal cacciatore che uccide il lupo.

L'individuo che completa la formazione del "Senso di sè" seguendo le regole di Afrodite, ed espande ulteriormente i poteri dell'emisfero destro di "solvere e coagulare" la conoscenza personale con quella altrui (diretta, o mediata dai libri, dall'arte, dal cinema, e dai mezzi di informazione e comunicazione), diventa abile, coraggioso e temerario come il protagonista del film "il Cacciatore", in grado di salvarsi la vita anche nelle situazioni più difficili e disperate grazie al proprio sangue "raffreddato" dalla percezione, intuizione e conoscenza dei limiti delle persone prive dei doni di Afrodite.

Dall'unione di Afrodite con Anchise, emblema del guerriero che evolve nel "senso di sè cognitivo", sintesi di tutte le possibili intuizioni rese possibili dall'emisfero destro, nasce Enea, l'eroe che porterà in Italia, la terra della bellezza estetica, l'Arte di Afrodite Sosandra di salvare gli uomini dall'ignoranza di sè.

venerdì 13 febbraio 2009

La percezione simbolica delle donne

L'Arte Alchemica suggerisce un approccio diverso all'esistenza. Le opere dell'arte rinascimentale, le vicende mitologiche, le favole, i romanzi e le trame del cinema possono agire sulla mente subconscia e risvegliare il desiderio di conoscere più a fondo il significato dell'Opera alchemica ( e della propria vita).

Ogni vita è un'opera alchemica. Le esperienze che ci capitano sono iniziazioni a livelli più profondi e complessi di comprensione alle quali la mente si deve adeguare.

Se la "mente" non sta al passo con lo "spirito", accade inevitabilmente una crisi che si manifesta a livello psicosomatico, oppure esistenziale.
Le malattie, gli incidenti, i lutti, le separazioni, le perdite di denaro, di stima, di valore, e i conflitti sono occasioni per espandere l'intelligenza,la coscienza e la conoscenza di relazione.

Invece ci piace rimanere ancorati al vecchio stile di vita e ai nostri schemi di interpretazione della realtà, chiusi nel nostro personale, unico ed originale punto di vista; persino orgogliosi (stupidamente) di ciò che pensiamo e conosciamo di noi stessi e della vita.

L'Arte Alchemica invece conduce gradualmente l'alchimista a diventare Testimone di ciò che gli accade. Il progressivo distacco dagli avvenimenti della vita avviene attraverso la conoscenza delle immagini.

Se impariamo a leggere le immagini, e cioè la luce riflessa dalle cose, possiamo osservare la nostra vita come fossimo spettatori di un film, di cui siamo attori, registi e produttori. Lo stesso concetto viene ribadito da Giorgione che raffigura se stesso intento a contemplare due donne.

La donna vestita di bianco è colta nel gesto di tenere la mano destra (i cinque sensi della mente) sul cuore di una donna vestita di nero, dal profilo decisamente greco. L'artista è al centro, tra le due, spettatore distaccato del divenire dei fenomeni che possono essere interpretati solo alla luce della conoscenza simbolica (la donna in bianco) e della spiritualità alchemica (la donna in nero è il simbolo della Tragedia greca).

Giorgione possiede l'arte della conoscenza simbolica perchè è riuscito a collegare i cinque sensi della mente (percezione razionale, intuizione trans-logica, decodificazione - analogica, letterale, anagogica, simbolica, metaforica e allegorica-, interpretazione e memoria di sintesi), con il cuore della sapienza greca.

La cultura greca è stata la prima a codificare gli archetipi che albergano nella psiche umana in poemi, storie, leggende e tragedie che testimoniano la conoscenza di un preciso tragitto simbolico realizzato da Ermete (il Conoscitore), l'energia spirituale in grado di accendere la fiammella sul capo dei due Dioscuri e illuminare il cammino degli Argonauti, i cercatori spirituali.

Lo sviluppo della percezione simbolica peculiare delle donne dischiude le porte della conoscenza dei processi di congiunzione del senso estetico (il bianco) con il senso tragico della vita (il nero) inaugurato dai greci. Difficile comprendere la realtà se non si riconoscono i modelli e gli archetipi con cui la natura umana si manifesta immutabile nel tempo, e, viceversa, non è possibile comprendere l'Arte se non si possiede la chiave filosofica (i tre ritratti del Sè) per disgiungere il senso tragico (archetipi) dal senso estetico (immagini).

L'Arte Alchemica offre così uno strumento per comprendere noi stessi "leggendo" le immagini prodotte dagli altri. In ogni immagine è presente l'archetipo, il simbolo e il segno in grado di comporre l'emblema, l'allegoria, la metafora necessaria alla nostra mente per ricomporre il disegno spirtuale di nascita, stravolto nell'età adulta dall'emergere dell'ego materiale, sociale e intellettuale.

Ogni artista, scrittore e poeta compone la propria opera per soddisfare il bisogno "spirituale" di ricomporre il puzzle. Utilizzando le qualità intrinseche del sè cognitivo (il cervello connesso con il cuore) collegato ai due occhi (il sè intuitivo e il sè razionale) ogni individuo può iniziare la Piccola Opera di trasformazione della coscienza individuale in coscienza transpersonale.

L'intelligenza di relazione delle donne

Oggi va di moda misurare il grado di efficienza mentale e conoscere il quoziente di intelligenza di persone famose. Sembra che gli attori abbiano un Q.I. superiore alla media, in particolare Nicole Kidman e Bruce Willis. L'ipotesi conferma la teoria alchemica dell'evoluzione dell'intelligenza (mercurio) attraverso l'attitudine , peculiare degli attori e degli artisti, di sviluppare le doti della percezione (venere).

Venere/percezione si congiunge con Mercurio/intelligenza e danno vita insieme alla sensibilità dell'androgino, figura quanto mai incline ad avere buoni rapporti con entrambi i sessi. Per gli alchimisti la vera intelligenza non è quella di riuscire a risolvere problemi nel più breve tempo possibile, ma è una facoltà dell'anima (la luna) di stabilire relazioni significative con gli altri, l'ambiente e l'universo intero.

L'intelligenza alchemica è l'intelligenza di relazione. Gli uomini e le donne sviluppano una particolare attitudine a relazionarsi attraverso due modalità contrapposte, ma indispensabili l'una all'altra: l'azione e la percezione. L'intelligenza di relazione è il filo che collega le due estremità ed è tanto più evoluta quanto più questo filo si accorcia e permette all'individuo di intuire istintivamente la "preda" da portare a letto, o il potenziale cliente da contattare.

L'intelligenza dell'alchimista è l'intelligenza dello scorpione, del seduttore e della seduttrice, dell'uomo d'affari e della moglie a cui nulla sfugge, ma anche quella di chi realizza i propri desideri senza muovere un dito guidando l'azione degli altri con la percezione.

Purtroppo l'intelligenza di relazione priva di riferimenti morali, etici e spirituali, scade in percezione finalizzata agli scopi , opportunismo, spregio delle regole e delle etichette e in quel "tanto si può fare perchè non c'è nessuno che si oppone o che controlla" caratteristico dei furbetti e dei camorristi che lucrano sulla cattiva coscienza collettiva, figlia di una intelligenza insipida, menefreghista e per sua natura collusa, corruttibile e immorale, non meno di quella di chi corrompe.

La corruzione è uno dei fenomeni più eclatanti dello sviluppo ipertrofico dell'intelligenza di relazione. La distanza tra azione e percezione si rifuce al minimo quando il "corruttore" estrae dalla tasca la mazzetta di denaro, gesto che è diventato il simbolo di come sia possibile interagire con successo nell'ambiente attraverso la percezione cognitiva della libido altrui.

Le donne si accorgono quando gli uomini "sbavano" per loro, così come il seduttore percepisce i sottili messaggi inviati dall'anima psichica femminile. E' così che prende avvio, in forme decisamente non ortodosse, un possibile viaggio di conoscenza (il film "Australia") attraverso l'intelligenza (mercurio), la coscienza (giove) e la conoscenza di relazione (nettuno). Non occorre studiare nei libri per diventare alchimisti della libido e giungere a percepire l'assoluta identità che esiste tra l'energia psichica e l'energia del sesso e del denaro.

La libido creativa delle donne

La percezione sensoriale (la venere delle donne in bilancia) si congiunge all'intelligenza corporea (il mercurio in ariete degli uomini) per generare la sensibilità dell'androgino. L'androgino è bisessuale in senso mentale, ma non è omosessuale. La sensibilità dell'androgino è definita dalla lettera Y che allude metaforicamente allo sviluppo sociale dei sentimenti del cuore (amicizia, passione, amore per la bellezza, i figli, l'arte) attraverso le facoltà creative e cognitive di entrambi gli emisferi cerebrali.

La tendenza iniziale di ogni individuo è di essere "monocerebrale". La necessità di definire l'identità e di realizzare una sicurezza materiale che si traduce in status sociale ed equilibrio psicologico costringe l'identità corporea (il piccolo io) a razionalizzare tempo, risorse ed energia in vista di un traguardo o di una prospettiva di successo, oppure, nel caso delle donne, a limitare il proprio ruolo a quello di mogli e madri.

Poi, per fortuna o per necessità, l'intelligenza corporea creativa (il mercurio in leone) inizia a percorrere nuove strade (all'interno e fuori dal corpo). Le coppie si separano, le donne ricercano una propria autonomia economica, gli uomini coltivano l'hobby del sesso, o ricercano gratificazioni extra lavorative, oppure si avventurano in imprese spericolate. L'io si espande nell'ego e sperimentiamo la "libido sociale", intesa come volontà di possedere bellezza, ricchezza, potere e amicizie influenti, che ci conduce a pensare, immaginare e fare qualsiasi cosa pur di emergere e soddisfare la pulsione creativa dell'anima.

L'alchimia materiale e sociale è un fenomeno comune a tutti. Ciò che non siamo in grado di realizzare è l'Alchimia della libido sociale in "intelligenza, coscienza e conoscenza di relazione" utilizzando le facoltà dei due emisferi. Per gli alchimisti la libido segna la trasformazione dei desideri in volontà di possesso; volontà che rappresenta il vero "peccato originale" di cui ci possiamo lamentare quanto ci accorgiamo di essere infelici e ancora insoddisfatti di tutto ciò che siamo riusciti a possedere ed accumulare.

Nella Genesi alchemica la libido di Eva (la volontà di essere) è diversa da quella di Adamo (la volontà di possedere). La libido femminile è l'istinto dell'anima di evolvere nella materia corporea e nel mondo materiale cogliendo il frutto della mela, metafora delle potenzialità creative e cognitive dei due emisferi. E' per questo che Raffaello considerava la mente della donna identica a qualla dell'androgino, mentre Leonardo sperimentava dentro se stesso le facoltà della sensibilità androgina di percepire i moti dell'animo.

La mente androgina che collega il cuore a Ypsilon con i due emisferi, provoca l'insorgere dei talenti, delle abilità e delle qualità creative dell'anima (Eva) all'interno del corpo (Adamo), per loro natura disobbedienti a qualsiasi regola, dogma o dottrina. L'Adamo di Michelangelo diventa diventa come Dio creatore, e giunge a sfiorarlo con le dita, attraverso le facoltà dell'anima di espandere la percezione, l'intuizione e la conoscenza della Realtà.

Mordendo la mela della conoscenza alchemica, Eva (l' intelligenza corporea femminile) disobbedisce a Dio e viene cacciata dal Paradiso per sperimentare il "dolore di partorire" una autentica coscienza di sè in rapporto al mondo, mentre Adamo (l'intelligenza corporea maschile) deve provare la fatica e lo stress dell'impegno quotidiano di sostenere l'anima nel suo processo evolutivo.

Per gli alchimisti essere "cacciati dal Paradiso" equivale ad uscire dalle regole predefinite dalla società, dalla cultura e dalla morale religiosa del proprio tempo. Abbracciando la libido di Eva di voler evolvere utilizzando le potenzialità creative (immaginazione e fantasia) e cognitive (intuizione e sapienza sacra e profana) di entrambi gli emisferi, gli alchimisti rinascimentali sperimentarono una starordinaria capacità di rappresentare la Realtà in forme astratte e simboliche (la fanciulla, simbolo di ispirazione creativa, sale al cielo)

Dal punto di vista biopsicosomatico descritto dall'alchimia tantrica e dal Rosarium Philosophorum, la cacciata dal Paradiso rappresenta la fuoriuscita dell'anima dall'Axis Mundi, e cioè dall'ordine cosmico iscritto dai processi millenari di coevoluzione epigenetica del cervello e della cultura, nel dna.

L'anima creativa si sposta eccentricamente dall'asse verticale definito dalla colonna vertebrale e dal pensiero razionalizzatore e, collocandosi nel cuore (il leone), inizia a "illuminare" entrambi gli emisferi simultaneamente, mentre il piccolo io (il sole di nascita) viene ingoiato dalla nuova identità dell'anima (Il Leone verde che si colloca nel centro del cuore, nel tempo presente).

E' in questo momento che ci si sente veramente se stessi e assumiamo l'identità dell'anima, chiamata dalla tradizione vedica il Sè principiale, mentre nella tradizione alchemica Alessandrina ispirata da San Paolo, il Sè principiale è il coraggio spirituale di denudarsi dell'uomo vecchio per rivestirsi dell'uomo nuovo modellato dall'immagine di Cristo e dall'etere dei saggi.

All'interno del crogiuolo del cuore immaginato dagli alchimisti del '600 è possibile portare a compimento la trasformazione della libido sociale in una concreta "intelligenza, coscienza e conoscenza di relazione" che ispirerà, a livello sociale, la Rivoluzione francese e americana, la carta dei diritti umani, la croce rossa, le istituzioni benefiche e filantropiche, la cultura della pace e la coscienza ecologica.

La percezione intuitiva delle donne


L'immagine della Vergine con il Bambino rappresenta per gli artisti rinascimentali l'espressione della devozione dell'anima per Dio. La Vergine descrive il passaggio definitivo alla vita conteplativa che non è quella che siamo soliti immaginare.

Contemplazione in greco significa visione panoramica della vita e quindi sguardo che tenta di abbracciare il Tutto in cui si fonde Caos, Necessità, Caso e Destino, i Quattro cavalieri dell'Apocalisse di Giovanni Evangelista.

La contemplazione della Vergine significa fondamentalmente due cose: ricerca della luce di Dio, intesa come luce intelleggibile in grado di illuminare la Mente, ed esplorazione della luce manifesta nella realtà che si traduce in analisi degli elementi della percezione.

La visione della luce divina è un processo graduale di riconoscimento di ciò che è vero, buono e giusto per l'anima; ciò richiede una precisa consapevolezza delle sensazioni, delle emozioni e dei sentimenti del cuore che sono collegate, attraverso un filo invisibile con la vibrazione percepita dal sistema visivo connesso al sistema delle ghiandole endocrine del corpo e della testa

Quante volte abbiamo riconosciuto nel volto, nelle espressioni e nella luce riflessa dal corpo dell'amato la nostra insospettata capacità di intuire la verità al di là delle parole? Allo stesso modo possiamo comprendere il significato emotivo di un dipinto, o emozionarci per le passioni del cuore trasmesse dall'opera lirica, dai romanzi d'amore e dalle storie del cinema.

La percezione della donne esplora con acutezza il mondo dei sentimenti, la dimensione astrale, ma difficilmente è in grado di "collocarsi" sopra il "Trono della Vergine" dipinta da Duccio da Boninsegna nel 1285.

Il Trono descrive infattio il passaggio della percezione dalla dimensione astrale a quella mentale. Ciò significa che è più facile collocare l'analisi e la percezione della "Luce riflessa dalle cose", se si possiedono alcuni fondamenti di psicologia della percezione, filosofia della conoscenza e fondamenti dell'identità umana e spirituale.

Il trono è suddiviso in tre sezioni verticali in cui si intravedono delle aperture in stile gotico, a significare l'importanza della cultura "umanistica" nella costruzione del "corpo mentale" in grado di sostenere la trasformazione dell'intuizione logica (la mente della Vergine) in una fondata consapevolezza del cuore (il Bambino Gesù). Una cosa è intuire la verità dei sentimenti (dimensione astrale), un'altra è essere consapevoli delle dinamiche e delle motivazioni che hanno ispirato e influenzato le azioni e i sentimenti degli "attori" (dimensioni mentale).

La "dimensione mentale" non si realizza studiando i libri di psicologia o di filosofia, ma attraverso una "lettura" condivisa della realtà filtrata dalla sensibilità e dalla cultura altrui e presente in libri d'amore e di avventura, romanzi, articoli dei giornali, riviste, blog e opere del cinema.

Ogni dialogo con la realtà dei fatti e delle esperienze altrui ci permette di "collocare i sei angeli " uno di fronte all'altro e di tessere i tre fili principali dell'alchimia della percezione. La percezione sensoriale delle donne può uscire così dalla dimensione astrale dei diari intimistici, dei pettegolezzi alla moda, del conforrmismo culturale che ci ottenebra la percezione, ed imparare ad evolvere nella dimensione mentale in cui è possibile evolvere in percezione critica, intuitiva e razionale della realtà, così come si presenta al primo sguardo.



I sei angeli dipinti da Duccio individuano tre gradi di trasmutazione della consapevolezza psichica della immagini in consapevolezza creativa e infine cognitiva. Sedendo sul Trono dell'Alchimia Universale, la Vergine alleva nel suo grembo il Figlio, simbolo della capacità dell'anima di esprimere il proprio punto di vista e le proprie emozioni cognitive e riflessioni, senza timore di essere accusata (dall'intelletto maschile) di ingenuità, di arroganza o di scarsa cultura ed erudizione.

Gli artisti del Rinascimento alchemico avevano compreso che il culto laico della Vergine era l'unica speranza di salvare il mondo dall'arroganza dei più furbi, colti e informati. Anche Cristo diceva di diffidare di Pubblicani (intellettuali), Scribi (servi del potere) e Farisei (giornalisti, politici , opinion leder) e diffidava chiunque a scagliare "pietre" contro l'anima che evolve attraverso le esperienze della percezione della libido maschile.

Il cinema insegna in forme didascaliche come intrecciare i tre fili della percezione alchemica e scoprire il segreto della felicità

Le donne che cercano la felicità ascoltando le sensazioni del cuore permengono nella dimensione astrale delel illusioni e degli inganni, commettendo spesso l'errore "pubblicato" dalla Tamaro: "Va dove di porta il cuore". Se il cuore non è collegato al sistema della percezione, si corre il rischio di amare la persona sbagliata o di percorrere strade senza uscita.

Nel film "Poveri ma belli", la protagonista bacia tutti i ragazzi che la corteggiano per "sentire" le risposte del cuore, ma alla fine saranno le evidenze indotte dalla percezione (l'ex riferisce le parole meschine pronunciate dal fidanzato) ad "annunciare" la certezza di scegliere la persona giusta.

La giovane donna ama due uomini contemporaneamente; in un primo tempo, sviluppando la percezione critica e facendo proprio il giudizio del padre (l'emisfero sinistro), sceglie uno dei due, per poi ravvedersi e riabbracciare il primo amore, consapevole dell'importanza dell'onestà, del dialogo (anche manesco) e della rettitudine morale, valori "mentali" essenziali in ogni rapporto di coppia (percezione razionale collegata ai sentimenti del cuore).

"Costruire il Trono e collocarsi nel Tempio dell'anima" è una delle metafore preferite dal misticismo alchemico. Chi riuscirà a "imitare" la Vergine con il Bambino, non si pentirà mai delle proprie azioni e decisioni per tutta la vita.

I poteri psichici delle donne

Le donne confondono a volte la capacità di leggere le istruzioni tecniche o di risolvere problemi pratici, con la razionalità dell'emisfero sinistro. In realtà la razionalità corporea che si estrinseca in abilità manuale, logica e metodica, è controllata dall'emisfero destro, soprattutto maschile. Gli artigiani, ad esempio, sono una categoria che impara il mestiere attraverso l'esperienza corporea, diretta, non mediata dal calcolo o dall'applicazione razionale di concetti astratti.

Le facoltà dell'emisfero sinistro sono un'altra cosa. In realtà utilizziamo sempre meno la logica, la razionalità, il pensiero costruttivo, sperimentale, ipotetico e specialistico poichè ci affidiamo sempre più ad esperti e consulenti che lo fanno per noi. Certo non possiamo pretendere di diventare esperti in materia fiscale o giuridica e nemmeno sostituirci agli ingegneri, ma non dobbiamo sempre e comunque delegare agli altri il fastidio di dover fare cose complesse.

Il problema di fondo delle donne (e delle persone creative in genere) non è quello di non essere abbastanza abili a utilizzare l'emisfero sinistro per capire la logica delle cose, ma di non avere sufficiente energia mentale per sostenere lo sforzo. Quando siamo in stato di "quiete psichica" ci costa fatica concentrarci e focalizzare l'attenzione, e per farlo bisogna attivare un po' di adrenalina, il carburante del cervello, chiamata dagli alchimisti "Spiritus Mercurius", la comprensione delle cose.

L'adrenalina è il mercurio femminile, estremamente volatile e impalpabile, che si disperde facilmente in eccessi psichici e nervosi e per questo motivo deve essere contenuta nel Vas hermeticum del "cranio" badando bene a non togliere il "coperchio".

Il Mercurio naturale (mercurius vulgaris) è l'intelligenza di stabilire rapporti costruttivi con l'ambiente. Se rimaniamo chiusi in noi stessi e non comunichiamo con l'esterno, diventa poco probabile stabilire rapporti significativi con gli altri e "raccogliere" le esperienze emotive necessarie allo sviluppo della coscienza morale, etica e spirituale (l'alchimista disegnato all'interno dell'occhio destro raccoglie l'acqua con un vaso, simbolo della conoscenza dei sentimenti corporei).

Tuttavia il Mercurio vulgaris deve essere sottoposto a un processo di distillazione, purificazione e trasmutazione, affinchè il patrimonio di conoscenze serbate nella memoria emotiva non venga disperso, dimenticato e vanificato dalla "libido" di realizzare se stessi nella dimensione materiale (l'alchimista opera con i vasi all'interno dell'occhio sinistro).

La distillazione del mercurio femminile (il metabolismo dell'adrenalina) è diversa dalla distillazione del mercurio maschile (il metabolismo del sangue). Mentre gli uomini devono prima purificare le scariche di adrenalina, di bile e di ormoni nel sangue, le donne devono imparare a contenere l'adrenalina all'interno del corpo, affinchè l'energia psichica raggiunga i due emisferi superiori e non si disperda attraverso la pelle.

Il metabolismo dell'adrenalina è compiuto naturalmente dalle donne che allattano i figli e dagli alchimisti che evolvono in "consapevolezza di sè" (il bambino interiore) concentrando l'attenzione (l'adrenalina) nella parte mediana della fronte (il bindu dei tantrici). La necessità biologica di produrre il siero materno costringe l'adrenalina ad entrare nei tessuti nervosi che si diramano fino alla superficie della pelle.

I tantrici descrivono 72000 tipi di canali nervosi (le nadi) dentro cui l'adrenalina viene contenuta, distillata, purificata e infine veicolata nella linfa necessaria a stimolare le ghiandole, in particolare il pancreas. Il pancreas produce il ferro (il Sale degli alchimisti) senza il quale non sarebbe possibile trasformare l'energia psichica (la bile rossa) in energia mentale (la bile gialla) e quindi sviluppare l'attenzione, la concentrazione e la focalizzazione necessaria per espandere una reale consapevolezza di sè nel tempo presente.

Le donne sono delle alchimiste naturali. Le perdite di sangue (e di ferro) durante il ciclo mestruale riduce il flusso di energia vitale nella linfa, ma la trasmutazione dell'adrenalina nel sangue veicola il ferro verso l'alto e con il tempo il "sale" si disloca prima nella nuca (il cervelletto) e poi al centro tra le due sopracciglia, a creare un centro magnetico su cui si colloca l'angelo della sapienza (il sale dei filosofi).

L'Alchimia della trasformazione diventa concreta e fattibile nel momento in l'energia mentale, attirata dal ferro che si deposita nelle cervicali, entra nella nuca scatenando pulsioni che rimangono spesso nascoste nel subconscio, represse o inibite. Per evitare azioni irrazionali, la natura ha dotato le donne in gravidanza di una valvola di sfogo, per cui l'adrenalina esce dalle cervicali, formando una aureola di luce, tipica della Madonna e dei santi.

Ma queste sono teorie empiriche, prive di qualsiasi validità scientifica. Gli alchimisti, specie orientali, non avevano bisogno di ecografie o telescopi per capire i fenomeni del corpo o dell'universo. Come insegnano i greci attraverso il mito di Prometeo, il fuoco che "scalda" l'emisfero destro dona la conoscenza intuitiva; il fuoco che scalda l'emisfero sinistro dona la scienza, la tecnica, il progresso tecnologico e lo sfruttamento razionale delle risorse.

Prometeo ruba il fuoco della conoscenza razionale agli dei e Zeus lo condanna a rimanere per sempre incatenato alla rupe (sinistra) e a rodersi il fegato per aver conquistato il benessere, ma non la felicità.




L'alchimista raffigurato nell'immagine, consapevole del rischio di dover sacrificare la felicità in nome della conoscenza, preferisce rimanere nel mezzo, fra i due emisferi, ed evolvere nella sapienza razionale e intuitiva dei saggi.

Dal calice posto sulla sommità della testa, esce il "fumo sacro", simbolo dell'avvenuta trasmutazione del mercurio femminile in percezione cognitiva, intuizione simbolica e sapienza corporea. Gli sciamani , per lo più donne, realizzano l'evaporazione dell'adrenalina sulla sommità della testa e sperimentano i poteri della chiaroveggenza e della telepatia.