lunedì 2 marzo 2009

Il cinghiale di Meleagro

La coppia maschio-femmina rappresenta il pilastro centrale dell'immaginario filosofico alchemico. Shiva e Shakti, Ying e Yang, Adamo ed Eva, identificano coppie di "energia" che non sono antagoniste di natura, ma lo diventano all'interno del corpo fisico, così come nella realtà dei fenomeni, nel momento in cui la Libido, rappresentato nella mitologia greca dalla figura del cinghiale, non irrompe nella radura del "cervello", o nella scena della coscienza.

L'alchimia Rinascimentale offre una lettura "verticale" della Libido intesa come 'forza genetica' che spinge l'uomo a ricercare significato all'esistenza e senso alle proprie azioni, siano esse tese a soddisfare una "fame" primaria o a placare la "sete" di conoscenza. La libido è lo Solfo che l'alchimista introduce nell'ambicco per provocare una reazione nella materia, è il fuoco che scalda l'ampolla alla base dell'Athanor dentro cui è contenuto il Mercurio grezzo (bile nera) da trasformare in fluido (flegma), Elixir (liquido cerebrospinale) e infine Pietra dei filosofi (fluido cerebrospinale che si concentra nelle meningi e diventa una sostanza ferrosa).

Adamo ed Eva, Venere e Marte, Apollo e Diana, Il Re e la Regina, il Sole e la Luna Gli alchimisti dell'Arte, a differenza dei chimici, descrivevano stadi di evoluzione della libido e della pulsione psichica (Adamo ed Eva) in azione e percezione (Marte e Venere), logica e intuizione (Apollo e Diana), coscienza e consapevolezza (Il Re e la Regina) fino allo stadio finale in cui la "Pietra dei Filosofi", ricca di ferro e di qualità elettromagnetiche (il nostro Magnete) non divenire sensibile al ciclo della Luna in rapporto al sole.

E' evidente che la realizzazione della Pietra dei Filosofi rappresenta lo stadio finale conquistato dall'appassionato di "Arte e Sesso", mentre invece individua il primo stadio evolutivo del neofita che viene subito sottoposto a risolvere quotidianamente il problema "geometrico" della trasformazione dela libido in amore, creatività , coscienza e conoscenza di sè (la quadratura del cerchio in cui è iscritta la pulsione psichica)

Un motto famoso del Rosarium dice. "Fai un cerchio (psiche) da un uomo e una donna (le polarità sessuali), ricavane un quadrato (le costanti nella diversità) e dal quadrato un triangolo (sintesi dei tre elementi di base, corpo, anima e spirito); fai un cerchio (sintesi della congiunzione degli opposti equivalente al Se) e avrai la pietra dei filosofi."

La trasformazione della libido avviene tramite il contenimento della pulsione psichica di matrice femminile (Eva) che di fatto è l'arteficie di ogni gioia e dannazione. Quando la pulsione psichica (la ninfa Atalanta), per sua natura velocissima ad inseguire qualsiasi forma di desiderio ispirato dalla libido (Atalanta insegue e colpisce per prima il cinghiale), viene istruita, educata e incanalata (le tre mele di Afrodite) verso scopi sociali e utili per la collettività (il raccolto del grano), allora l'individuo (Eneo) raggiunge uno stadio di consapevolezza in cui emerge il senso di sè mentale (figlio della coppia Apollo e Diana) in grado di indirizzare la libido verso scopi buoni e giusti.

La leggenda greca narra che Eneo, dopo un'annata particolarmente fruttuosa per il raccolto, aveva tributato onori e sacrifici a tutte le divinità scordandosi però di Diana. La dimenticanza, metafora di una volontà subconscia di arrestare il processo alchemico di trasformazione dello Solfo, scatena ovviamente le ire della Dea che, per vendetta, invia un terribile cinghiale dagli occhi di fuoco per devastare le campagne nei disntorni di Calidone, la città degli Etoli.

Meleagro, figlio di Eneo, emblema del mercurio (Mercurius filius) che comunque viene distillato durante le fasi di canalizzazione delal libido in attività sociali, decide allora di afrontare il feroce animale organizzando una spedizione con gli eroi più valorosi, metafora di una precisa conoscenza del "potere della libido" di devastare ciò che di buono è stato seminato dagli alchimisti della materia (gli eroi).

Meleagro non è solo. Al suo fianco c'è Atalanta che si innamora di lui, perchè intravede la possibilità di un contenimrnto alchemico della pulsione di agire direttamente sulla libido tramite una "forzata" inibizione psichica dela forza evolutiva. Atalanta scova per prima la belva, a dimostrazione che la percezione femminile rivela la presenza dei "mostri", ma non ha la forza per ucciderla (così come avviene quando le donne vengono stuprate per strada).

Ovidio racconta che Meleagro scaglia da lontano una prima lancia (la percezione intuitiva) che si conficca però nel terreno, mentre la seconda (la percezione cognitiva) raggiunge l'animale ferendolo a morte. Nella scena dipinta da Brascassat (1825), si vede Atalanta che si difende con un coltello, mentre Meleagro infilza il cinghiale aiutato dai cani, simbolo del fiuto che evolve dall'istinto di espandere la percezione sensoriale istintiva in percezione sensoriale cognitiva.

La libido, così come lo solfo alchemico, richiede lunghi processi di purificazione prima di essere eliminato dalla materia. La sua caratteristica peculiare è la "mimesi" e il "trasformismo" per cui facilmente rimane occultato dietro sorrisi e buone maniere. La "castrazione chimica" temporanea avviene naturalmente se l'individuo (maschio o femmina) evolve nell'alchimia delle "potenze" femminili (amor di sè, senso di sè ) rappresentate nella vicenda mitologica come gli "zii materni" di Atalanta.

Dopo aver ucciso il cinghiale, Meleagro dona il trofeo ad Atalanta, ma gli zii ne rivendicano superbamente il possesso, metafora della presenza sottile e spesso perversa della libido femminile in ogni vicenda umana in cui ci si debba spartire onori e meriti, beni immobiliari e mobiliari, eredità e fortune paterne.

Meleagro sfodera allora la spada e li "elimina" senza esitare un attimo, anche se Atalanta cerca di trattenrlo con un gesto affettuoso della mano, come spesso fanno le donne per giustificare i comportamenti libidinosi dei parenti.

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