domenica 8 marzo 2009

Danae: il senso mentale creativo


Per gli alchimisti il senso creativo è una dote innata nell'anima. Le donne lo manifestano in forma psichica quando sono stimolate dell'eros, mentre, a un livello superiore (la torre, simbolo dell'elaborazione cerebrale degli stimoli) il senso creativo diventa una esperienza mentale quando è "fecondato" dalle parole, dalle immagini e dai contenuti trasmessi dalla conoscenza della natura umana (la pioggia dorata di Giove).

Il senso mentale creativo è eccitato da Cupido, che lentamente toglie il velo e lascia scoperto il sesso femminile, metafora della mente aperta alle suggestioni erotiche ed intellettuali suscitate dalle immagini dell'arte, dalle vicende mitologiche, dalle trame del cinema e dei romanzi.

La mente delle donne non ama l'elucubrazione intellettuale di filosofi e critici, ma si lascia "fecondare" dalla "pioggia" che proviene dalle menti creative che sanno unire intuito e ragione, percezione e conoscenza, amore e sensibilità estetica. Il senso mentale creativo diventa attivo sfogliando le riviste di moda e di arte, e stimola l'anima ad appropriarsi delle parole, delle immagini e dei contenuti di coscienza (le tre gocce) che più sono affini alla sensibilità dell'anima.

La vicenda di Danae assomiglia non poco all' idea che gli alchimisti rinascimentali si erano fatti dell'Immacolata Concezione di Maria. Infatti il senso mentale creativo non ha bisogno di entrare in contatto con il "corpo fisico" , ma assorbe i contenuti di coscienza (chiamato Lithos spermatikos) direttamente dalla "luce" riflessa dalle immagini (le ali multicolori di Gabriele) , oppure tramite l'ispirazione supercosciente (la colomba bianca veicola la pioggia d'oro di Zeus).

Danae e la Vergine Maria sono accumunate dal fatto di concepire "idee e sentimenti cognitivi" ( i due putti ai piedi di Danae affilano una freccia rossa e una freccia blu) in forme "immacolate" e cioè in assenza di maestri o di amanti. Il senso mentale creativo trae ispirazione direttamente dalla percezione della luce e non a caso Corrreggio dipinge un'ampia finestra dalla quale si ammira l'immensità del cielo.

martedì 3 marzo 2009

Il senso del rapimento estetico


Per Ortoli e Witkowski (la vasca di Archimede, 1998) "il senso del mito è di fungere da tramite tra la scienza e i comuni mortali (scienziati compresi), fra l'incomprensibile e il quotidiano, il magico e il normale." Come esempi riportano i piccoli miti della vasca di archimede. la mela di Newton, la formula del bemzene di Kekulè, ecc....

Il "ritorno alle origini", peculiare del pensiero mitico-religioso, si innesca per una inadeguatezza della conoscenza. All'origine del mito c'è, per l'uomo comune, il fatto di non riuscire a capire, di sentirsi escluso dal cammino delle idee, di non potere accedere alle grandi teorie scientifiche per mancanza di adeguata preparazione.

Chi conosce la realtà non ha bisogno di miti, ma per chi inibisce la percezione del sangue, dell'orrore, della morte, della sofferenza e non sviluppa il senso tragico della vita, il mito assolve il compito (come nella favola di Hans e Gretel) di disseminare i "semi"* che ci riconducono a casa, fino a che non siamo pronti, da soli (e con entrambi gli emisferi cerebrali), ad affrontare le insidie, i tranelli e le proposte "zuccherose" prodotte dalla falsa conoscenza del corpo, delle sue pulsioni inconscie e dei suoi poteri sovramentali (la strega del bosco)

Tuttavia non bisogna falcidiare il pensiero mitico che emerge dall'universo religioso, mistico e psicologico che pretende, a sua volta, di spiegare la realtà invisibile dei sentimenti, dei sogni e dell'arte attraverso "formule rituali, corrispondenze alchemiche e suggestioni mitiche-magiche" inverificabili e incongruenti.

Una ipotetica "scienza della percezione", rappresentata nella Mitologia dall'Aquila di Zeus, potrebbe spiegare ogni tipo di fenomeno visibile e invisibile, mentre è evidente che l'interpretazione erudita dei miti (antropologica, sociologica, psicologica, psicoanalitica, religiosa e teologica) lascia deboli tracce nel tempo.

Il mito elaborato dalla mente razionale dischiude le porte all'intuizione superiore in cui è ravvisabile il fondamento mistico delle scoperte e delle invenzioni. L'interpretazione mitica-magica della realtà permette invece di accedere a una dimensione morale, etica e spirituale altrimenti inacessibile alla ragione comune, razionalmente ancorata a ciò che è misurabile, concreto e verificabile con il metodo scientifico. Il senso del sacrificio e della rinuncia non avrebbe significato in una società in cui esistesse la certezza della conoscenza.

Il Mito è il trono di Zeus, il sovrano indiscusso dell'Olimpo. Con Zeus non c'è mai una certezza ferma e inossidabile nel tempo, poichè i modelli culturali e spirituali della società continuano a cambiare, evolvere e involvere, attraverso l' incessante ruota del ciclo di vita, morte e rinascita, di costruzione del futuro, distruzione del passato e rinnovamento dei simboli che devono rappresentare il millenario pulsare degli archetipi nella coscienza umana.

Zeus è il Signore della coscienza che emerge dalla psiche Femminile. In vesti di Aquila, la percezione cognitiva della realtà, Zeus aiuta Pische a riempire l'ampolla con le acque dello Stige, metafora di un primo livello di conoscenza del significato simbolico che accompagna ogni manifestazione psichica della mente subconscia, inconscia e iperconscia, e rapisce al cielo Ganinede, emblema del "senso del mito" che è all'origine del "pensiero che vede" .

"Il pensiero che vede" il fondamento "mistico" dell'intuizione scientifica e la disgregazione della "razionalizzazione" operata dall'intuizione mitica e religiosa, non si "delizia" più degli aspetti estetici, filosofici ed edonostici che la vita può riservare all'intelletto che "vaga" alla ricerca delle ragioni del vivere e del morire.

"Non credo di essere un pittore nella piena accezione del termine. Se, quand'ero giovane, la pittura era un grande piacere, in certi momenti non ero insensibile a un sentimento spontaneo che mi sorprendeva, precisamente quello di esitere senza conoscere la ragione del vivere e del morire. E' questo sentimento che mi ha indotto a rompere con interessi d'ordine puramente estetico. Per esempio mi accadeva di smettere all'improvviso di dipingere per essere stupito di Essere (il mistero), di avere un modello vivente davanti a me (mito) e di sentire che vedere 'la vita' aveva una importanza ben maggiore che dedicarsi ai piaceri dell'arte d'avanguardia. Nel 1925, stanco di quei piaceri, ho pensato che poco importava trovare un nuovo modo di dipingere ma che per me si trattava piuttosto di ciò che bisognava dipingere, di sapere perché il mistero sia messo in questione".
Magritte.


etimologia della parola mito.
"Clemente Alessandrino riferisce che nel gergo jeratico-orfico Mitos significa "semenza" "seme"
sicché ogni mito racchiude il granello o seme di verità, che una volta deposto nel fondo del nostro intimo, farebbe germogliare la coscienza numinosa " (Giovanni Ranella). Questa definizione concorda con l'immagine dei semi disseminati da Hans e Gretel durante la prima fase di allontanamento (forzato) dalla casa dei genitori (la conoscenza e la morale di gruppo).
I semi del mito vengono poi inghiottiti dal sistema della percezione (nella favola vengono mangiati dagli uccelli) e quindi introiettati all'interno del sistema automatico della cognizione (il Se cognitivo). E' grazie al nutrimento del mito che può emergere spontaneamente il senso delal verità indispensabile per riconoscere i falsi profeti, guru e maestri generati dalla cattiva coscienza occidentale (la strega), abile nel manipolare le pulsioni inconscie individuali e collettive (il bosco) con tecniche di trasformazione di sé "edulcorate e volutamente soft", affinché possa esserci l'illusione della guarigione o del cambiamento

lunedì 2 marzo 2009

Il senso tragico

Meleagro uccide il cinghiale e gli zii di Atalanta. L'impresa, apparentemente priva di eroismo, cela invece la complessa dinamica costruita dalla libido maschile e femminile. La società che sviluppa il "senso di sè mentale", sintesi di tutte le attività mentali tese a migliore le condizioni di vita materiale (mercati, commerci, transazioni virtuali di denaro, pianificazioni, regime liberista, capitalismo....) finisce prima o poi per subire le ire Diana.

Il culto del profitto e del benessere materiale, lo stesso celebrato da Eneo, re degli Etoli di Calidone che festeggia la produzione record del raccolto come un obiettivo primario verso cui orientale la libido (la forza genetica predisposta ad integrare gli opposti), è all'origine della tragedia umana. La recente crisi del sistema bancario, vittima consapevole di operatori finanziari privi di scrupoli, e carnefice di tutti i piccoli investitori, ripresenta l'archetipo del Cinghiale che finisce per terrorizzare e distruggere il patrimonio economico e le coscienze individuali.

L'ira di Diana, archetipo del processo di evoluzione del senso di sè mentale in percezione cognitiva delle dinamiche che portano al collasso "materiale e spirituale" della società, non colpisce unicamente la collettività in senso generico, ma si "incarna" nelle dinamiche famigliari come "destino annunciato" di morte e distruzione.

Il film di Sidney Lumet, "Onora il padre e la madre", rappresenta la vicenda di "Eneo e del cinghiale" ai giorni nostri, all'interno di una dinamica famigliare che non è raro riscontrare nelle trame di violenza che affliggono la vita degli individui. L'archetipo di Eneo si "incarna" nella figura di un uomo che per amore del denaro e del lavoro (il papa direbbe "per amore di Mammona") trascura i due figli, li priva di attenzioni e del nutrimento delle parole che rappresentano l'unico mezzo di trasmissione della coscienza morale indispensabile allo sviluppo psicologico dell'individuo.

La trama ci presenta "Eneo" sulla soglia della pensione. E' ricco, ha una gioielleria e condivide la sua "fortuna" con la moglie. Ha due figli, molto diversi tra loro. Il più giovane è fragile, insicuro, psichico, completamente incapace di contenere l'ansia, la paura e l'istinto adrenalinico di fuga (l'emisfero destro femminile); l'altro, invece, è razionale, freddo, mentale, analitico (fa anche il ragioniere) e persegue i suoi scopi con lucidità priva di qualsiasi scrupolo morale o etico (l'emisfero sinistro maschile).

"Eneo" non sa di aver clonato se stesso, la propria libido, nell' anima del figlio più grande, anche se, in forma subconscia, spera che il figlio diventi migliore e più bravo di lui. "Eneo" non si accorge che l'ira di Diana si è materializzata a livello genetrico e che il "Cinghiale" vive all'interno del corpo e della psiche del figlio maggiore (l'emisfero sinistro), pronto ad esplodere e a rivelarsi in tutta la sua libido selvaggia.

Leggendo la "trama" si comprende che la tragedia ha un unico protagonista: la libido. La libido maschile (il cinghiale) provoca morte, cattive azioni, violenza, truffe, raggiri, speculazione, immoralità, spregiudicatezza, follia. La libido femminile (gli zii di Atalanta) è invece più sottile, quasi invisibile, ma non meno crudele e assetata di "bella vita, confort, piacere, edonismo, lussuria, e quindi capace di tradire e di "voltare le spalle" al momento opportuno.

Il Cinghiale semina orrore. L'intelligenza finalizzata al perseguimento degli obiettivi produce l'azione immorale e priva di coscienza di relazione. C'è un unico rimedio. Uccidere il cinghiale, al più presto. La morte della moglie causata dalla stoltezza umana (il rapinatore) indotta dalla pulsione psichica nel cervello (il figlio minore) ispirata dalla Libido (il figlio maggiore), produce un rapido cambiamento nel Padre (coscienza). La volontà di conoscere l'autore del delitto lo conduce a riscoprire le "funzioni" evolutive di Diana (la percezione cognitiva)

Diana, la percezione della verità finalizzata alla conoscenza, riprende il suo posto nella "coscienza di relazione" (Meleagro, il filius mercurius) ed Eneo, riscoprendo la volontà di eliminare alla radice il male, diventa come Meleagro e insegue il figlio maggiore fino a soffocarlo con le sue mani. La tragedia è giunta al suo epilogo.

La libido si può sconfiggere solo con la morte. Può essere educata, istruita e veicolata verso scopi elevati, ma rimarrà sempre il "peccato originale" da purificare con il rito del Battesimo. A questo servono i riti e le iniziazioni all'arte di Afrodite. Ma lo abbiamo dimenticato.

Il cinghiale di Meleagro

La coppia maschio-femmina rappresenta il pilastro centrale dell'immaginario filosofico alchemico. Shiva e Shakti, Ying e Yang, Adamo ed Eva, identificano coppie di "energia" che non sono antagoniste di natura, ma lo diventano all'interno del corpo fisico, così come nella realtà dei fenomeni, nel momento in cui la Libido, rappresentato nella mitologia greca dalla figura del cinghiale, non irrompe nella radura del "cervello", o nella scena della coscienza.

L'alchimia Rinascimentale offre una lettura "verticale" della Libido intesa come 'forza genetica' che spinge l'uomo a ricercare significato all'esistenza e senso alle proprie azioni, siano esse tese a soddisfare una "fame" primaria o a placare la "sete" di conoscenza. La libido è lo Solfo che l'alchimista introduce nell'ambicco per provocare una reazione nella materia, è il fuoco che scalda l'ampolla alla base dell'Athanor dentro cui è contenuto il Mercurio grezzo (bile nera) da trasformare in fluido (flegma), Elixir (liquido cerebrospinale) e infine Pietra dei filosofi (fluido cerebrospinale che si concentra nelle meningi e diventa una sostanza ferrosa).

Adamo ed Eva, Venere e Marte, Apollo e Diana, Il Re e la Regina, il Sole e la Luna Gli alchimisti dell'Arte, a differenza dei chimici, descrivevano stadi di evoluzione della libido e della pulsione psichica (Adamo ed Eva) in azione e percezione (Marte e Venere), logica e intuizione (Apollo e Diana), coscienza e consapevolezza (Il Re e la Regina) fino allo stadio finale in cui la "Pietra dei Filosofi", ricca di ferro e di qualità elettromagnetiche (il nostro Magnete) non divenire sensibile al ciclo della Luna in rapporto al sole.

E' evidente che la realizzazione della Pietra dei Filosofi rappresenta lo stadio finale conquistato dall'appassionato di "Arte e Sesso", mentre invece individua il primo stadio evolutivo del neofita che viene subito sottoposto a risolvere quotidianamente il problema "geometrico" della trasformazione dela libido in amore, creatività , coscienza e conoscenza di sè (la quadratura del cerchio in cui è iscritta la pulsione psichica)

Un motto famoso del Rosarium dice. "Fai un cerchio (psiche) da un uomo e una donna (le polarità sessuali), ricavane un quadrato (le costanti nella diversità) e dal quadrato un triangolo (sintesi dei tre elementi di base, corpo, anima e spirito); fai un cerchio (sintesi della congiunzione degli opposti equivalente al Se) e avrai la pietra dei filosofi."

La trasformazione della libido avviene tramite il contenimento della pulsione psichica di matrice femminile (Eva) che di fatto è l'arteficie di ogni gioia e dannazione. Quando la pulsione psichica (la ninfa Atalanta), per sua natura velocissima ad inseguire qualsiasi forma di desiderio ispirato dalla libido (Atalanta insegue e colpisce per prima il cinghiale), viene istruita, educata e incanalata (le tre mele di Afrodite) verso scopi sociali e utili per la collettività (il raccolto del grano), allora l'individuo (Eneo) raggiunge uno stadio di consapevolezza in cui emerge il senso di sè mentale (figlio della coppia Apollo e Diana) in grado di indirizzare la libido verso scopi buoni e giusti.

La leggenda greca narra che Eneo, dopo un'annata particolarmente fruttuosa per il raccolto, aveva tributato onori e sacrifici a tutte le divinità scordandosi però di Diana. La dimenticanza, metafora di una volontà subconscia di arrestare il processo alchemico di trasformazione dello Solfo, scatena ovviamente le ire della Dea che, per vendetta, invia un terribile cinghiale dagli occhi di fuoco per devastare le campagne nei disntorni di Calidone, la città degli Etoli.

Meleagro, figlio di Eneo, emblema del mercurio (Mercurius filius) che comunque viene distillato durante le fasi di canalizzazione delal libido in attività sociali, decide allora di afrontare il feroce animale organizzando una spedizione con gli eroi più valorosi, metafora di una precisa conoscenza del "potere della libido" di devastare ciò che di buono è stato seminato dagli alchimisti della materia (gli eroi).

Meleagro non è solo. Al suo fianco c'è Atalanta che si innamora di lui, perchè intravede la possibilità di un contenimrnto alchemico della pulsione di agire direttamente sulla libido tramite una "forzata" inibizione psichica dela forza evolutiva. Atalanta scova per prima la belva, a dimostrazione che la percezione femminile rivela la presenza dei "mostri", ma non ha la forza per ucciderla (così come avviene quando le donne vengono stuprate per strada).

Ovidio racconta che Meleagro scaglia da lontano una prima lancia (la percezione intuitiva) che si conficca però nel terreno, mentre la seconda (la percezione cognitiva) raggiunge l'animale ferendolo a morte. Nella scena dipinta da Brascassat (1825), si vede Atalanta che si difende con un coltello, mentre Meleagro infilza il cinghiale aiutato dai cani, simbolo del fiuto che evolve dall'istinto di espandere la percezione sensoriale istintiva in percezione sensoriale cognitiva.

La libido, così come lo solfo alchemico, richiede lunghi processi di purificazione prima di essere eliminato dalla materia. La sua caratteristica peculiare è la "mimesi" e il "trasformismo" per cui facilmente rimane occultato dietro sorrisi e buone maniere. La "castrazione chimica" temporanea avviene naturalmente se l'individuo (maschio o femmina) evolve nell'alchimia delle "potenze" femminili (amor di sè, senso di sè ) rappresentate nella vicenda mitologica come gli "zii materni" di Atalanta.

Dopo aver ucciso il cinghiale, Meleagro dona il trofeo ad Atalanta, ma gli zii ne rivendicano superbamente il possesso, metafora della presenza sottile e spesso perversa della libido femminile in ogni vicenda umana in cui ci si debba spartire onori e meriti, beni immobiliari e mobiliari, eredità e fortune paterne.

Meleagro sfodera allora la spada e li "elimina" senza esitare un attimo, anche se Atalanta cerca di trattenrlo con un gesto affettuoso della mano, come spesso fanno le donne per giustificare i comportamenti libidinosi dei parenti.

La Coscienza femminile come modello cognitivo




La letteratura, il cinema e l'arte si insegnano come sia possibile raggiungere livelli elevati di percezione, intuizione e conoscenza della realtà senza dover studiare cose inutili o frequentare corsi di specializzazione. Le donne, gli scrittori e gli artisti imparano attraverso i sensi corporei (il secondo chakra) e riescono a sviluppare con il tempo i sensi mentali (il quarto chakra) e infine, a uno stadio più evoluto di sintesi delle conoscenze, a scoprire le verità nascoste tramite i sensi dell'intelletto (il sesto chakra).

Il riferimento alla cultura tantrica è indispensabile per capire come il senso di se mentale che evolve consapevolezza percettiva (il putto con le ali) sia il fondamento della spiritualità alchemica universale. Anche in Occidente gli alchimisti descrivono lo stesso fenomeno evolutivo sperimentato dai tantrici disegnando i tre gradi di sviluppo della percezione cognitiva (la lancia tenuta in mano dal bambino) che si conquistano seguendo le Leggi della Grande Madre.

I sensi corporei indagano il mondo minerale (il primo stadio della colonna), metafora della realtà dominata dagli istinti di base; i sensi della mente invece riescono a indagare il mondo vegetale (il secondo stadio) in cui fioriscono le sensazioni, le emozioni e i sentimenti che ci informano della presenza dell'amore o del conflitto; i sensi dell'intelletto, infine, riescono a penetrare nel mondo dei miti e degli archetipi (il terzo stadio) e a comprendere i giochi della coscienza simulati dalla libido maschile e femminile.

Oltre il terzo stadio inizia il mondo delle iniziazioni all'Arte della Percezione, luogo di beatitudine in cui si apprende direttamente dal latte della conoscenza che sgorga dal seno della Grande Madre. Occorre quindi evolvere nelle potenze femminili (secondo, quarto e sesto chakra) e sviluppare quel minimo di autocoscienza in grado di attizzare, attraverso la percezione sensoriale (la lancia), il fuoco della conoscenza e il fumo sacro (l'adrenalina) che scaturisce dall'eccitazione psichica di essere amati e nutriti dalla Grande Madre, metafora della "Mente Universale" che si realizza al termine della Grande Opera.

L'alchimia dei sensi fisici, mentali e spirituali è descritta dalle opere degli artisti che scrivono e dipingono ciò che conoscono con i propri sensi , e non tramite elucubrazioni intellettuali. Questo sono solo degli esempi:

1. Il romanzo "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen descrive con particolare acume la sostanziale differenza di metodo che caratterizza l'indagine maschile (azione) da quella femminile (percezione). L'orgoglio maschile e il pregiudizio femminile possono risolversi creativamente se le parti invertono i ruoli e la percezione femminile, procedendo ad osservare, scrutare, sondare e filtrare dal passato gli elementi positivi da conservare e valorizzare, assume il ruolo di guida dell'azione.

2. Il film "La ragazza con l'orecchino di perla", ispirato dalle opere di Veermer, pone in risalto il ruolo della suocera (la percezione cognitiva della realtà fondata sulla produzione del denaro), della moglie (la percezione emotiva della realtà fondata sulla pulsione a tutelare l'equilibrio famigliare) e della serva (la percezione sensoriale del punto di equlibrio fra dimensione interione e realtà dei conflitti), in rapporto all'azione creativa del pittore. Il film descrive in sintesi la capacità della percezione femminile di individuare istintivamente il punto di l'equilibrio compromesso dall'irrompere della luce (l'azione creativa) all'interno dello spazio domestico (l'anima).


3. Nel dipinto "Donna con Bilancia (1664) , Veermer descrive in metafora il talento della percezione sensoriale della donna (la virtù della Prudenza/Bilancia/Giustizia celebrata dai greci) di riportare ordine ed equlibrio (oppure il suo contrario) all'interno della coscienza sociale (il panno blu). La naturale alchimia delle sensazioni in emozioni cognitive e sentimenti morali (la collana di perle) evolve infatti nella capacità istintiva dell'anima creativa (la donna è incinta) di giudicare l'azione e discriminare la qualità della luce presenti in ogni forma di rapporto sociale (la bilancia). Alle spalle della donna Veermer colloca il dipinto della Trasfigurazione, metafora dello stadio finale del processo di "purificazione" delal libido che sostiene l'azione creativa dell'individuo nella società.

4. La percezione intuitiva dell'anima è ancora relegata al ruolo di "serva" all'interno dei processi decisionali messi in atto dalle società evolute, confinata a svolgere un debole ruolo di critica sociale quando i "giochi sono già fatti" e i "buoi sono già fuggiti dalla stalla".

La cultura della solidarietà, della pace, della condivisione delle risorse, del rispetto delle differenze, della tutela dell'ambiente e del patrimonio artistico non ha un fondamento nell'etica religiosa, nella compassione o nella carità. La coscienza civile ha origine dalla sviluppo della percezione femminile di cogliere il giusto equilibrio tra le parti e l'insieme e tra l'insieme e i suoi singoli componenti.

Lo sviluppo della percezione attraverso le sue potenze assume un ruolo cardine nella costruzione dell'equilibrio psicologico, sociale e culturale individuale e collettivo. Vermer è stato l'artista che più di ogni altro ha esplorato e codificato tutte le possibili varianti indotte dalla variazione della luce all'interno di uno spazio domestico. La ricerca artistica si dispiega naturalmente anche se l'artista dipinge gli stessi soggetti per tutta la vita. Anzi. E' più facile che la sperimentazione ossessiva dell'equilibrio compromesso dalla luce, considerata da Vermeer l'essenza di ogni colore, abbia l'effetto di stimolare precocemente la sensibilità artistica.

La sensibilità artistica si struttura in quattro atti: equilibrio, intensità, profondità e astrazione dell'immagine. L'artista che compone le "quattro pietre angolari" della "Percezione alchemica realizza la "Pietra filosofale" degli alchimisti rinascimentali, metafora di una accentuata capacità di tessere le trame della composizione artistica con acume, sapienza, esperienza e originalità. E' ovvio che l'artista non è interessato a queste considerazioni "prive di utilità" immediata. Tuttavia chi impara a leggere il "valore" delle immagini lasciando da parte "Orgoglio e Pregiudizio", può scoprire un giorno di possedere il talento di percepire non tanto la "bellezza" delle forme artistiche, ma anche i sentimenti, i sogni, le speranze, i dubbi e i conflitti vissuti non solo dall'artista , ma anche dalle persone che condividono con noi la realtà quotidiana.

La percezione della bellezza interiore, del piacere estetico e della castità spirituale è la meta dell'alchimista rinascimentale. Valori ormai perduti nel limbo della dimenticanza di chi siamo e di cosa siamo stati.

I Sette sensi della Coscienza


scritto da Marta Breuning alle 10:51


Beato Angelico, Annunciazione

I sensi corporei non sono limitati alle prerogative dei cinque sensi che comunemente conosciamo. Visione, olfatto, tatto, gusto e udito rimangono "muti" protagonisti della percezione se l'anima inibisce le facoltà cerebrali dell'emisfero destro di sintetizzare le sensazioni fisiche e le intuizioni psichiche in senso cinestetico, senso di sè e amor di sè.

Prendersi cura del corpo, della mente e dello spirito, la "trinità maschile" che ci permette di interagire con la realtà con "consapevolezza, coscienza e conoscenza di noi stessi", considerata dagli alchimisti la "Trinità femminile" forgiata dalle tre Dee (Kali/Giunone), Lakshmi/Afrodite, Saraswati/Atena, significa espandere la potenza dell'anima di manifestarsi nei "Tre Mondi".

I segreti dell'Alchimia sono racchiusi nella dimensione sessuale, emotiva ed estetica dell'esperienza umana. Il sesso e l'eros (Kali), l'amore e la bellezza (Lakshmi), l'arte e la conoscenza (Saraswati) possono trasformare profondamente l' individuo (l'ego di San Giuseppe)) che rinuncia a identificarsi nel carattere sessuale, sociale, culturale e religioso in cui deve riconoscersi per necessità e destino. La trasformazione annunciata dall'Arte Alchemica (l'Arcangelo Gabriele) all'alchimista dei sensi (La Vergine) avviene in tre gradi:

1. Alchimia della percezione indotta dallo sviluppo del senso di sè spirituale (il Bambino di Betlemme) e dei sette sensi corporei (coordinazione muscolare, presenza psichica, attenzione mentale, concentrazione creativa, focalizzazione cognitiva , riflessione meditativa, contemplazione estetica) illuminati dalla stella a sette punte che conduce i Magi a portare i doni in grado di espandere i sensi corporei nei sensi mentali.

2. Alchimia dell'intuizione che emerge dalla manifestazione del senso di sè (Epifania) nella vita di relazione (il Bambino delle moltitudini). Anche in questo caso non sono sufficienti i cinque sensi della mente per poter dire di comprendere veramente la realtà in cui viviamo. I cinque sensi della mente (memoria, decodificazione visiva, intuizione logica, interpretazione soggettiva, comprensione razionale) rimangono "ciechi" protagonisti dell'intuizione se l'anima inibisce le facoltà dell'emisfero destro di sintetizzate le percezioni psichiche e le intuizioni sensoriali nel senso tragico, estetico e spirituale che contraddistinge la Coscienza Greca e Rinascimentale.

Manifestare le emozioni dell'anima psichica, i sentimenti della coscienza sensoriale e le percezioni dell'intelletto intuitivo , la "Trinità terrestre" che dischiude le porte alla trascendenza, significa imparare l'arte di guardare in faccia la realtà, di intuire le verità nascoste e di conoscere la Verità (aletheia) occultata dalle immagini e dalle parole proiettate dalla libido.

Coltivare il senso critico (Afrodite e Adone), tragico (Meleagro e Arianna) ed estetico (Ninfa Leda e Zeus) conduce a comprendere le dinamiche perverse e i giochi di soppraffazione messi in atto dagli uomini e dalle donne, e dalla società nel suo complesso. La conoscenza dei giochi di coscienza rappresentati nelle trame delle mitologia, dei romanzi e del cinema, ha l'effetto di espendere il "senso del tempo" per cui si inizia a preavvertire (Cassandra) l'irrompere della libido all'interno della coscienza che evolve dalla potenze dell'anima. (vedi il film "Otto donne e un mistero").

Il "senso del tempo" non di rado perfora la dimensione del tempo lineare, poichè l'anima vive perennemente nel tempo ciclico, percepito come foriero di tragedie, drammi e deja - vù che riportano la coscienza ad interrogarsi sul senso della "vera vita". E' all'interno di questa dimensione creativa dell'esistenza generata dall'Arte Alchemica di tradurre le immagini in significati e i significati in simboli, emblemi, metafore e allegorie, che la mente si appropria della capacità di utilizzare le facoltà creative e cognitive di entrambi gli emisferi cerebrali (Castore e Polluce) al fine di evolvere infine nel senso estetico (Elena di Troia) e nel senso morale-spirituale (Clitemnnestra) che caratterizzano le qualità superiori degli Eroi/Artisti.

domenica 22 febbraio 2009

Re Mida: il senso estetico-cognitivo

Bellezza e Conoscenza sono inseparabili. La percezione della Bellezza avviene per gradi e richiede il graduale sviluppo del senso di sè psichico, spirituale e cognitivo. In particolare il senso di sè cognitivo, inteso come sintesi di tutte le intuizioni che, per quanto possibile alla mia mente, sono in grado di prioiettare nel mondo sensibile, visualizzare nello spazio interiore e contemplare nel "centro della fronte", produce una "biforcazione" dell'informazione (la lettera Ypsilon dell'androgino) che è all'origine della percezione estetica e intuitiva.

L'informazione proveniente dalle "immagini" e quella proveniente dalle "parole" viene sintetizzata contemporaneamente dai due emisferi cerebrali (l'archimente teorizzata dal sociologo E. Morin). Bellezza e conoscenza diventano una unità così indisssolubile, che un fattore influenza l'altro. La ricerca di nuove soluzioni estetiche, peculiare delle facoltà dell'emisfero destro spinge l'emisfero sinistro a trovare nuove soluzioni tecnologiche, aerodinamiche e strrutturali che rendono possibile la nuova forma.

Con le medesime modalità l'innovazione tecnica e tecnologica che matura dalla ricerca scientifica, spinge gli artisti a sperimentare mezzi espressivi e canoni estetici che rivoluzionano il senso estetico collettivo. Ad esempio gli studi sull'Ottica, scienza della percezione per eccellenza, ha prodotto tre rivoluzioni: la rappresentazione prospettica (fine XV secolo), la visione a "cannocchiale" (fine XVII secolo) e il puntilismo (fine XIX secolo).

Arte e Scienza sono due attività del cervello umano che scaturiscono dal medesimo processo di elaborazione sensoriale, cinestetico e cognitivo. estetico delle informazioni. Per i filosofi cognitivisti, l'arte di Afrodite è una funzione attiva nell'uomo già dalla tenera età L'arte è la facoltà sensibile che permette a ogni individuo di sviluppare ed espandere il "senso di sé" nello spazio (l' ambiente), nel tempo (la vita) e il mutare dell'energia biopsicosomatica in anima, mente e coscienza creativa (la metaforfosi naturale).

L'arte si configura quindi arte della percezione nel suo senso più elevato. Percezione che ci aiuta a evitare sin da piccoli di sbattere la fronte contro lo spigolo della tavola (senso di sé fisico), di elaborare istintivamente forme complesse di reazione agli stimoli ambientali (senso di sé psichico) e di decidere quali parole, espressioni, comportamenti e forme psicologiche utilizzare per influenzare la comunicazione interpersonale (senso di sé mentale). A un livello più creativo l'arte ci aiuta a immagazzinare nuovi modelli mentali, così possiamo assorbirli senza doverli sperimentare vivendo e senza doverli apprendere con un lungo processo di induzione, e ci fornisce anche una gamma di esperienze che altrimenti non avremmo mai potuto sepruimentare di persona((senso di sé materiale e spirituale).

A questo livello inizia l'arte alchemica, ovvero l'iniziazione alla percezione intuitiva e quindi all'esperienza "virtuale" di tutte le possibili varianti con cui è possibile esprimere creativamente se stessi nel mondo e estrinsecare la propria complessa natura (Il pleroma: istinto, pulsione e libido) in forme consapevoli, originali e caratterizzate da "valore intrinseco" .

"Mentre le invenzioni utili della tecnica modificano solo indirettamente il genere umano, le invenzioni estetiche allargano direttamente la coscienza umana, espandono il campo delle percezioni umane e del discorso emotivo, estendendo la nostra partecipazione ai sentimenti altrui. Attraverso l'allargamento del canale della sensibilità umana la conoscenza dell'universo si allargherà. La differenza tra invenzioni tecniche e invenzioni artistiche corrisponde alla differenza tra cambiare l'ambiente che ci circonda e cambiare le nostre percezioni dell'ambiente." (Kubler, 1976).

Sviluppare il senso di sé creativo (Bacco) significa lavorare quotidianamente con la "materia" al fine di sperimentare le tecniche e applicazioni che il corpo e i suoi talenti mi rendono disponibili al fine di selezionare quelle più idonee, di volta in volta, a specifiche esigenze espressive (senso di sé cognitivo di Re Mida).

Il senso di Sè creativo di Bacco, sintesi di tutte le possibili elaborazioni e creazioni tendenti al nuovo che, per quanto possibile, sono in grado di manifestare per mezzo dei talenti del corpo, le abilità della mente e la percezione sensoriale dell'anima (Sileno, il maestro di Bacco) ha davvero l'effetto di trasformare ogni idea, invenzione e progetto in Oro.

La leggenda narra che Sileno (il "Maestro" al quale Bacco obbedisce), ebbro di vino per i numerosi inviti a partecipare a cene e feste, si fosse perso tra i campi. Re Mida, il senso di sè cognitivo, lo ospita nella sua reggia, lo cura e lo ristora, per poi riconsegnarlo a Bacco che, per sdebitarsi della sua generosità, gli offre di esaudire un suo desiderio: Re Mida gli chiede ovviamente di trasformare ogni sua idea, invenzione e progetto in "oro", metafora del potere del sè creativo di elaborare la forma e la tecnologia più adatta alle esigenze del Tempo.

Bacco esaudisce la sua richiesta. Terra, pietre e spighe di grano e persino il cibo si trasformarono in oro. A questo punto Re Mida chiede al Dio creativo di liberarlo da quella rovinosa fortuna che lo avrebbe condotto a morte certa. Il Dio del vino gli indica la via della liberazione dalla libido che conduce alla sorgente del fiume Pattolo, metafora della fonte battesimale dove avrebbe dovuto lavarsi per eliminare dal corpo la sua colpa. (la libido, il peccato che origina dalla mente impura)

venerdì 20 febbraio 2009

Il sesso femminile come modello cognitivo


Sesso e conoscenza sono sempre insieme. Le mosse della ragione, della razionalità maschile finalizzata agli scopi immaginati dalla libido, si scontrano sempre, in ogni tempo, luogo e cultura con le ragioni del corpo femminile. Le donne incarnano le istanze del corpo contro la ragione: eteronomia di sentimenti e alterità di coscienza si scontrano con l'autonomia delle pulsioni maschili (istinto di azione) e volontà di dominare il mondo per mezzo di idee, astrazioni, concetti e teorie.

Il corpo pervaso dai sentimenti corporei , istintivi ( Dea Kali), emotivi (Dea Lakshmi) e cognitivi (Dea Saraswati), è sempre femmina e quindi plurale (trino) nelle sue istanze e nei suoi bisogni. Quando l'idea partorita dall'emisfero sinistro maschile (Saturno), anche la più alta e pura, si incontra con la ragione del corpo rappresentata dalla donna, sia pure in una pretesa di ascesi e purificazione, l'idea ne viene infettata e contaminata in modo irredimibile.

La concezione tantrica della vita, a differenza della fisolofia generata dall'ego cogito cartesiano che rimuove in pochi decenni l'androginia di pensiero conquistata dagli artisti rinascimentali, si inoltra fino alle radici della conoscenza biopsicologica e delle regole epigenetiche che modellano i rapporti tra gli uomini e tra l'uomo e la natura. Il corpo, in quanto depositario degli istinti, della pulsioni e della libido (desiderio di integrare parti mancanti di sè), è il tempio della sessualità assoluta in cui è possibile realizzare l'emancipazione dagli aspetti corcitivi legati ai fini biologici (riproduzione/conservazione). materiali (piacere/sicurezza) e sociali (famiglia/cultura) dell'esistenza.

La concezione "cattolica" del sesso femminile, ritenuto dalla ragione maschile incapace di sviluppare una volontà autonoma e libera dai suoi fini (procreazione e oggetto di piacere), e dunque incapace di sostenere valori etici finalizzati al bene, individua nella donna il "diavolo" che fa cadere l'uomo nella colpa, sia se lo vuole libertino, sia se lo vuole rendere asceta. Il corpo della donna, "karmicamente" assoggettata alle funzioni di riproduzione della specie, è il pericolo più grande dell'unità dell'io psicologico, in quanto essa è, secondo l'immagine platonica, creatura policefala, portatore di molte ragioni e quindi di plurarità e contraddizione. E' chiaro che il corpo reso funzionale dal Pleroma degli istinti e luogo di scontro di sentimenti contrastanti, rappresenti per la donna stessa un elemento costante di conflitto e di lacerazione dell'anima.

Il suo segno è Penia: mancanza, bisogno, miseria. E per questo suo carattere (psichico) che la donna tutto inghiotte, sugge e dissolve ogni ricchezza. In quanto Matrice della vita e divinità del Tempo (la Dea Kali), il corpo femminile parla, attraverso l'inconscio, una pluralità di dialetti che non coincidono mai con il linguaggio comune, portatrice di una alterità di emozioni, eterogeneità di sentimenti morali e infine estraneità ai valori correnti che la colloca al di fuori da ogni discorso etico ed estetico.

A differenza dell'uomo che compie atti corporei semplici ed espleta funzioni sessuali automatiche, spesso e volentieri mal coordinate, l'anima della donna (i suo sentire) deve stabilire un rapporto consapevole con il proprio corpo. Poichè l'accoppiamento rappresenta il suo "schematismo" biologico- trascendentale, il coito diventa conoscenza dei sentimenti istintivi, emotivi e cognitivi che strutturano, infine, quella "coscienza di relazione" peculiare delle donne ( e degli alchimisti) libere da pregiudizioni, sensi di colpa, perversioni, desideri inibiti, curiosità morbose e false intenzioni che inquinano la percezione della realtà e i rapporti sociali.

Il sesso femminile, inteso come esperienza di accoppiamento cinestetico attuata dalla propriocezione (la potenza di Kali) , rappresenta per gli alchimisti il modello cognitivo per evolvere nelle qualità morali/sensoriali, etiche/percettive ed spirituali/estetiche che l'individuo (l'io sperimentatore) deve far crescere dentro di sè se vuole gedere di ogni attimo della vita.

L'anima gode all'interno del corpo (lo stato di Grazia) quando non influisce sulla motricità del corpo e ciò avviene quando il sesso femminile (la yoni fisica) è comprenetrata nel fallo (lingam) al punto che maschio e femmina formano una cosa unica nel simbolo dello Shiva lingam. Il culto del lingam ha un significato spirituale che trascende l'aspetto genitale dell'accoppiamento. E' il lingam di Shiva che accende nel corpo (Kali), nel cuore (Lakshmi) e nella mente (Saraswati) femminile, il desiderio di conoscere i sentimenti evolutivi delle tre Dee che rappresentano ancora oggi un modello insuperato di consapevolezza, comprensione e conoscenza della natura umana (la Via Umida degli alchimisti).

Quando l'individuo impedisce alla "donna interiore" di evolvere attraverso le eperienze del sesso, dell'amore e dell'arte incarna le sembianze di Shiva /Rudra, il distruttore di mondi, il signore delle lacrime. L'inibizione, la castrazione e il rifiuto di accoppiarsi con la donna secondo le modalità "istintive, emotive e cognitive" prescritte dalla sua sessualità, produce nella cultura occidentale il fenomeno della distanza da sè, della non coincidenza con sè peculiari della solitudine e dell'alienazione. La coscienza occidentale è intesa quindi come lacerazione, risposta a un senso di perdita e di disintegrazione dell'io. L'Io sperimentatore (Teseo) perde uno dei suoi fili (Arianna) e non è più in grado di uscire dal labirinto della psiche, cadendo vittima della fame carnivora del Minotauro, simbolo della libido egocentrica di chi ricerca i piaceri della vita (i sette fanciulli) e il cibo spirituale (le sette fanciuille) all'infuori di sè.


Sesso e conoscenza si uniscono in un unico filo (il filo del Sè) quando l'individuo "addormenta" l'istinto, la pulsione e la libido (i tre satiri dipinti da Botticelli) e lascia che sia l'amore, la percezione e l'intuito di Afrodite (vestita) a guidarlo verso la realizzazione della perfezione. Shiva (Marte) diventa allora un Dio benefico, signore del sonno, immune da ogni tentazione di esercitare il potere connesso al nome/azione, all'identità/volontà e alle proprie idee/sapere, perfettamente nudo e integro, stabile e privo di turbamento, equilibrato e consapevole di essere pura energia sessuale (il lingam), lo solfo degli alchimisti.

Unendo l'energia sessuale di Shiva al filo illuminato dal sesso femminile (la parte sinistra del corpo), l'io (privo di ego) dà vita all'amore (eros), alla coscienza (amor) e all'intelletto (Hermes) dell'anima. Marte perde il suo significato di fallo, e, nella sua dimensione più evoluta, diventa il "triplice fuoco" della trascendenza (il sè spirituale)

"Non ha corpo e neppure organi di percezione. Non esiste nessuno che gli sia simile o più grande. Noi sentiamo parlare unicamente delle mille forme dei suoi inerenti poteri trascendenti, il sapere, il volere e l'agire" (Shvetashvatara Upanishad)

I poteri trascendenti di Shiva sono una manifestazione della Shakti femminile poichè l'azione si traduce in consapevolezza di relazione (Animus), la volontà in coscienza di relazione (Spiritus) e il sapere in conoscenza di relazione (Intellectus). Fare sesso illumina il corpo (eros), la mente (Amor) e lo spirito (Hermes) di Afrodite e là dove le tre cose stanno insieme, nel centro della fronte, è possibile generare l'elixir della Bellezza e della Conoscenza eterna, il soma, il nettare divino, il cibo degli Dei.

giovedì 19 febbraio 2009

I sensi di Bacco

A ogni modificazione delle facoltà di relazione con il mondo esterno, mediato dal senso cinestetico, dal senso di sè e dalla libido di realizzare i desideri dell'anima, corrIsponde una modificazione dell'informazione chimica (bile), magnetica (flegma) ed elettrica (argentum vivum) all'interno del sistema di decodificazione sensoriale (il cervelletto) e di interpretazione del segnale nella memoria evolutiva di sintesi (L'emisfero destro spirituale della Vergine Maria)

L'artista assorbito dalla propria opera, il filosofo in contemplazione della natura e il mistico che si immerge in meditazione esplorano, ognuno a proprio modo, il potere della memoria evolutiva (interiore) di serbare un ricordo vivo delle esperienze precedenti, non escluse quelle vissute in vite precedenti. Il fenomeno dell'introversione della libido, spontaneo nelle donne e negli individui che devono elaborare una figura paterna sostitutiva di quella reale, accentua la capacità della mente di "fermare" il flusso di pensieri, impressioni e sensazioni cognitive che costituiscono l'humus in cui cui germina il seme dell'azione generato dalla "scimmia" della mente.

Nella condizione del "silenzio interiore", fase ultima dell'esperienza descritta nel mito di Narciso nel momento della dissoluzione di ogni forma di autoriflessione, la memoria interiore inizia a "funzionare" come "motore", seppur immobile, di tutto l' universo dell'anima. E' all'interno di questo motore, alimentato dal carburante della libido introvertita, che lo spirito trova la sua dimora.

Nel De Trinitate Agostino scrive: "Se infatti ci riferiamo alla memoria interiore con cui lo spirito si ricorda di sè (Senso cinestetico), e all'intelligenza interiore con cui comprende se stesso (Senso di sè), e alla volontà interiore con cui si ama (Amor sui o Libido), là dove queste tre sono sempre insieme (l'emisfero destro), sono sempre state insieme dal momento in cui hanno cominciato ad esistere, sia che fossero pensate (consapevoli), sia che non lo fossere (subconscie), apparirà invero che l'immagine di quella trinità appartiene alla sola memoria."



Non è certo se Piero della Francesca fosse un estimatore di Sant'Agostino. E' certo che la cultura filosofica del tempo studiasse seriamente quale fosse il percorso più sicuro e rapide per giungere a percepire la luce di Dio, chiamato da Agostino "itinerarium mentis Deum". Già allora illuminare la mente significava realizzare un percorso di "Bellezza e di Conoscenza" che evolveva in "Virtù e Sapienza" man mano che i fattori mentali (i tre guna dei tantrici) venivano trasmutati dalla luce dell'anima (energia chimica, magnetica ed elettrica).

Ascendere al cielo, toccare con mano la luce di Dio e immergersi nello Spirito Santo (l'ispirazione divina) aveva un preciso significato biopsicosomatico. Per diventare come "Dio creatore" era necessario comprendere le esperienze del Figlio, modello perfetto di trasformazione della coscienza individuale, soggetta alle perturbazioni della mente, nella coscienza universale di chi prende dimora nella "memoria interiore", luogo mistico situato nell'emisfero destro "collegato" ai sentimenti del cuore. Ecco allora che l'Itinerarium Mentis Deum non poteva che iniziare dal concepimento del figlio e dispiegarsi attraverso un percorso di immagini che avesse come polo di attrazione la figura del Bambino Gesù in braccio alla Vergine Maria.

Bellezza e conoscenza vanno di pari passo, sono sempre insieme come la Vergine e il Bambino. La bellezza dell'anima, incantata attraverso processi di metamorfosi dell'intelligenza in consapevolezza sensoriale (la Vergine), e la conoscenza di sè (il Bambino) che scaturisce dal rapporto immacolato che l'anima stabilisce con la propria libido, rappresentano il nucleo centrale della Filosofia di Afrodite/Maria, celebrata nel "Magnificat", inno alla gloria della Madre di Gesù, fatto della stessa sostanza del Padre.

Il Bambino rappresenta una Prima Parte della Totalità in cui gli alchimisti ravvisavano la potenza di DIo creatore. Piero della Francesca è un maestro dell'Alchmia interiore. Conosce tutte le fasi di trasformazione della bile nera (la pulsione psichica) in bile rossa (pulsione creativa), gialla (cognitiva) e infine bianca (assenza di pulsione e quindi consapevolezza). Come artista sperimenta l'introversione creativa (la bile rossa diventa Elixir rubeum) e la trasmutazione dell'intelligenza di relazione attraverso le potenze della percezione (gli angeli, i cherubini e i serafini).



L'introversione profonda della libido diventa creativa, ed è quindi in grado di generare il Bambino, nel momento in cui avviene una fusione tra la capacità di guardare in faccia la realtà (l'angelo di sinistra) e la capacità di recepire le informazioni provenienti dall'esterno (angelo di destra). Bisogna stabile un collegamento tra il tempo presente (la realtà priva di illusioni) e il tempo futuro (il desiderio di realizzare i desideri del cuore), affinchè dal processo di introversione della Vergine (l'alchimia dell'anima razionale in anima intellettiva) emerga una precisa conoscenza intuitiva , materiale e spirituale, dell'esistenza.

Immergendosi nella memoria interiore (la Vergine guarda dentro se stessa) l'individuo creativo inizia a recepire le impressioni della mente universale (simboli, metafore, archetipi) più utili allo sviluppo della conoscenza di sè, e a tradurle, attraverso il "senso di sè" materiale e spirituale (il bambino Gesù), in azioni, opere e attività creative ispirate dalla mente libera dai pensieri e dalle impressioni (il garofano bianco).

A differenza della complessa dinamica spirituale elaborata dagli artisti del Rinascimento alchemico per descrivere le fasi di trasformazione dell'amor sui in amore di Dio, la mitologia greca va direttamente a rappresentare la nascita del senso di sè materiale (Bacco) e spirituale (Arianna) alla fine di un un viaggio di comprensione sensoriale della realtà (il Trionfo di Bacco).

Tiziano, Trionfo di Bacco. Il corteo di Bacco incontra Arianna al ritorno dall'India. Bacco lancia nel cielo la corona di Arianna che si trasforma in costellazione (otto stelle). Sullo sfondo si vede la nave di Teseo che ha appena abbandonato Arianna sulla riva..



L'amor di sè che si introverte non conduce solo alla meditazione, ma anche alla ricerca dei piaceri sensoriali che gratificano l'esistenza terrena dell'anima. Attraverso l'esperienza dei piaceri carnali (il sesso e il cibo), mentali (il vino e i giochi) e spirituali (l'arte e la musica) l'individuo libera l'anima dalle passioni terrene e la corona di Arianna (emblema della metamorfosi dell'anima) può ascendere al cielo (la Regina Coeli) e diventare una costellazione celeste, una nuova costellazione di significati filosofici e spirituali.



Bacco è uno dei temi preferiti da Caravaggio. All'interno del calice, metafora di un "luogo cerebrale" dove di raccoglie il nettare della conoscenza di sè (il vino), Bacco distilla il senso di sè materiale in coscienza sensoriale della realtà. La vita diventa un "Trionfo di piacere" se si possiede la facoltà di godere dei sensi fisici, mentali e spriituali.

La coscienza sensoriale nasce dall'introversione malinconica della pulsione sessuale e richiede un tempo di attesa utile a "macerare" i sensi fisici (le mele) e mentali (le pere). La frutta in decomposizione descrive il tempo dell'introversione della libido indispensabile per evolvere nel "senso di sè spirituale" di Arianna,

E' attraverso il filo della "consapevolezza spirituale" di Arianna che Teseo può ritrovare la strada per uscire dal labirinto di Minosse dopo aver ucciso il Minotauro.

mercoledì 18 febbraio 2009

Dissoluzione di Narciso e nascita di Bacco



Se diventiamo sensibili alla bellezza estetica e spirituale trasmessa da Afrodite, significa che abbiamo realizzato il senso di sè mentale e siamo disponibili, come insegna il mito di Narciso, ad abbandonare un concetto astratto di Bellezza per abbracciare invece il potere dell'arte di illuminare la mente attraverso un consapevole dispiegamento di simboli, emblemi, metafore, allegorie e mantra (matrika shakti), il linguaggio degli archetipi trasmessi dalla Mente Universale.

Il fenomeno di adesione ai canoni della Bellezza che da millenni illuminano non solo l'arte, ma anche i comportamenti morali, etici e spirituali degli individui che hanno fatto la storia dei sentimenti umani, avviene ogni qualvolta che percepiamo una vibrazione sottile nel cuore e appare, in forme più o meno profonde, il segno del turbamento.

Gli innamorati, le donne e gli artisti sperimentano il fenomeno ciclicamente, ogni volta che l'energia spirituale (Venere urania) si colloca nel "cuore" (la luna è in quadratura al sole, nella fase di luna crescente e decrescente). Il turbamento segna l'inizio di una fase di introversione psichica, mentale e creativa in cui diventa possibile assimilare, in forme subconscie, inconscie e iperconscie, le "sette regole di Afrodite" che sono propedueutiche alla purificazione della libido (amor sui), alla trasmutazione delle sensazioni corporee in consapevolezza percettiva (senso di sè) e trasformazione dell' identità cosciente in comprensione razionale delle potenzialità trascendenti della mente (luna piena) e dei poteri dell'intuizione supercosciente (luna nuova).

L'interpretazione freudiana del mito di Narciso, ricondotta alla sola tematica dell'amor sui, è certamente limitativa, anche se rappresenta il fenomeno più evidente che emerge nell'individuo quando impara l'arte di comunicare (intelligenza di relazione), e quindi di influenzare, persuadere, suggestionare e manipolare la psiche (la ninfa Eco), anche semplicemente ritraendosi e disdegnando il contatto. Il senso di sè mentale, sintesi di tutte le possibili forme di comunicazione e di ricezione delle informazioni che, per quanto possibile, sono in grado di esprimere nelle mie relazioni con mondo, degenera spesso in autocompiacimento, arroganza e presunzione, caratteristiche peculiare di chi viene subito etichettato ironicamente dalle donne come "vanesio", "saputello", "seduttore senza scrupoli" o "quello più bello degli altri".

E' in questa fase che si sviluppa la forza del desiderio e la sensazione di poter realizzare qualsiasi desiderio, a cui corrisponde, in caso di successo, uno sviluppo ipertrofico dell'ego, l'unico in grado, attraverso un processo di motivazione, scelta e decisione finalizzato agli scopi, a dare valore all'oggetto del desiderio. La capacità di orientare il desiderio su un oggetto è chiamato libido. La libido è considerata il carburante dell'alchimia spirituale poichè il suo scopo immediato (subconscio) è di reintegrare a sè l'essenza dell'oggetto desiderato.

La libido rappresenta la forza mentale primaria che ci permette di integrare dentro di noi le "energie" indispensabili per realizzare l'equilibrio psicologico e materiale. Quando la libido è orientata verso l'esterno l'individuo vaga alla ricerca del denaro, della bellezza e del piacere che rappresentano le esperienze necessarie all'io mentale (il Figliol prodigo) per dissipare tutte le risorse psichiche e materiali e ritornare così alla casa del padre (la razionalità evolutiva). Quando la libido dà forza al desiderio di conoscere se stessi, o di conoscere le verità spirituali, e si rivolge all'interno, accade che l'io mentale "sprofonda" nell'introversione psichica (malinconia adusta) e infine creativa (melanconia generosa), considerati gli stati d'animo che dischiudono all'Alchimia della percezione, della coscienza e della conoscenza di sè.

Anche Narciso è pervaso dall'amor sui, dalla libido di realizzare i desideri del cuore, e non dà retta all'eco della propria anima che lo "segue e lo osserva da lontano nascosta dietro gli alberi", metafora di una condizione subconscia in cui i desideri dell'anima (di introversione amorosa) vengono trascurati per privilegiare i desideri dell'ego. Narciso non solo disdegna di ascoltare i desideri di Eco, ma si prende gioco della libido femminile che, a differenza di quella maschile, cerca nel partner una possibile integrazione di ciò che effettivamente "manca" nel corpo femminile (l'intinto di agire).

Per questo motivo Amore, figlio di Afrodite, decide di punirlo. La punizione è semplice. Amore, simbolo del turbamento estetico e sentimentale, invoca la Dea Nemesi e inverte la direzione della libido dall'esterno verso l'interno. L'introversione del desiderio si traduce in desiderio di conoscenza e accende l'istinto di riflessione iscritto nel dna femminile. L'introversione della libido costringe ogni individuo a "guardarsi allo specchio" e a riflettere sul significato simbolico delle relazioni e dei rapporti che stabiliamo con le persone e le cose.

La libido infatti va alla ricerca di ciò che manca all'Anima per evolvere in coscienza sensoriale di sè (Bacco) ed ascendere "al cielo" (Arianna). L'autoconoscenza, così come insegna il mito di Dioniso che muore mentre si osserva allo specchio, è la soglia che ci permette di comprendere la dimensione illusoria della realtà creata dalla libido egocentrica e il potenziale mistificatorio connesso a tutte le attività mentali e relazioni in cui la libido scende a patti con la libido altrui pur di perseguire i propri scopi. La verità è oltre lo specchio e l'autoconoscenza, frantumando la dimensione dionisiaca dell'esistenza materiale, ci conduce oltre l'illusione, la mistificazione e la ricerca di piaceri sensoriali effimeri.

La mitologia greca ci avverte che Narciso a un certo punto si disintegra. L'introversione della libido provoca una graduale dissoluzione dell'ego e l'amor sui si traduce in una nuova e più raffinata coscienza di sè. Narciso "muore" e rimane come addormentato sulla sponda del fiume (narcotizzato dai petali di coscienza da lui stesso generati nel fiore omonimo), mentre al suo fianco "nasce" la figura straordinario di Bacco.

Bacco, interprete sublime della coscienza sensoriale dell'alchimista che introverte la libido per ricercare i piaceri dell'anima attraverso la distillazione dei sensi corporei, mentali e spirituali (gli Elixir), è la prosecuzione logica della Filosofia di Afrodite: Narciso segna la transizione dal "senso di sè mentale" al "senso di sè sensoriale /spirituale" di Bacco. Lo spiritualità non trascende l'uomo, ma è un valore terreno, conquistato attraverso lo sviluppo sensoriale e l'osservanza delle regole dell'Arte

martedì 17 febbraio 2009

Turbamento e dissoluzione di Narciso

La mitologia greca ci insegna un percorso di conoscenza che non è fine a se stesso. I miti sono generati dalla mente universale costituita dagli archetipi. Gli archetipi strutturano la psiche umana nei suoi sostrati subconsci, inconsci e iperconsci e fanno della psiche il regno della relazione, poichè ogni archetipo, non diversamente dallo sceneggiatore, chiede alla mente individuale (il regista del film) di individuare gli attori, le relazioni e le "location" più adatte per lo svolgimento del destino spirituale (la trama del film) dell'anima che si incarna nel corpo (l'opera alchemica cinematografica di traduzione di una realtà virtuale immaginata dallo sceneggiatore in una ulteriore realtà virtuale creata dal regista con il contributo di attori, tecnici e produttori).

La mitologia greca, non diversamente dal cinema, insegna un percorso di conoscenza che non è finalizzato al divertimento puro e semplice. E' vero che l'anima gode quando vede se stessa riflessa nei vizi e nei difetti dei protagonisti, ma è altrettanto vero che l'archetipo interagisce con l'inconscio individuale e collettivo quando l'anima rinviene nella "memoria interiore" una corrispondenza diretta e pregnante di significati al punto che intuisce, in forme subconscie, di essere una emanazione della mente universale, lo sceneggiatore divino.

Il fenomeno del riconoscimento dell'archetipo ispirato dalle vicende della mitologia, dalle trame del cinema e delle favole, e ri-prodotto dalle immagini dell'Arte Alchemica in chiave simbolica, ha un effetto straordinario. ancora incompreso dalla cultura occidentale. RIconoscere l'archetipo che corrisponde al nostro destino di anima significa percepire e sentire ciò che Freud (1919) ha definito "turbamento dell'anima", o "spaesamento del cuore" (Unheimlich). L'archetipo penetra nel cuore (la memoria evolutiva) e determina una "perdita dell'io" per cui lo 'spettatore' non si sente più tra le mura sicure della dimora (Heim), ma sperimenta un turbamento profondo che diventa sgomento quando si "ripete ciclicamente" (il ciclo dei nodi lunari) nella ripetizione involontaria dell'eguale, da ciò che Proust, dal canto suo, definisce la "memoria involontaria".

Spesso l'elemento perturbante viene identificato in una persona, situazione, immagine, sogno o fantasia e produce un effetto angoscioso e destabilizzante. Lo "spaesamento del cuore" provoca la rottura del tempo lineare (Saturno/Cronos) per cui irrompe nella labile coscienza dell'io la "consapevolezza del ritorno del rimosso (Urano è stato ucciso dal figlio Saturno che lo castra e getta i testicoli nel mare di Citera).

Il processo di razionalizzazione messo in atto dalla cultura occidentale, finalizzato a strutturare nel tempo lineare una identità sociale forte e coerente con gli scopi collettivi (Cronos) , rimuove la mente spirituale dell'anima (Urano) dal trono in cui deve risiedere naturalmente. Così come la mente della donna è stata rimossa (castrata da Saturno) dalla cultura e dalla società, per il suo carattere instabile (ciclico) di ascoltare più i suggerimenti provenienti dallo Spirito del Tempo che i comandamenti di DIo, così la mente intuitiva, connessa al ciclo degli archetipi, ha perso il contatto con il tempo storico ed è tuttora incapace di interpretare la "misura dell'eterno ritorno" dei fenomeni sociali, politici e culturali che generano le guerre, le distruzioni e le crisi economiche.

Lo "spaesamento del cuore sociale" è la descrizione del tempo della crisi, della precarietà, di ciò che diventa visibile non appena siamo costretti ad abbandonare le mura dell'antica casa del linguaggio logico e razionale, ma è anche la premessa indispensabile per la "nascita dell'Arte Alchemica" (dal mare di Citera, dalla schiuma generata dai testicoli di Urano, emerge sopra una conchiglia, simbolo di una sintesi intuitiva, Venere Urania), e cioè un rinnovato (rinascente) desiderio di comprendere il significato spirituale delle esperienze, delle relazioni e delle coincidenze che costellano la vita dell'Anima.

Bisogna abbandonare le mura sicure del linguaggio logico-razionale e le strutture cognitive cementate dalla fiducia illimitata nel progresso che ci impedisce di percepire l'irruzione quotidiana degli archetipi contenuti nel corpo mentale di Venere fecondata in vitro dal seme di Urano, la mente spriituale degli artisti. Trasportati dalla cultura dell'anima trasmessa dalla mitologia e dal cinema (il Vento Zefiro) e dai sentimenti del cuore delle donne (il corpo astrale di Aura), che aspirano più degli uomini a conoscere il destino spirituale della propria anima, gli archetipi contenuti nel corpo di Venere possono essere accolti dalla mente (l'isola di Citera) libera dall'assillo del tempo (le dodici Ore).

La mitologia ci insegna un percorso di conoscenza che ci conduce a scoprire il senso della Bellezza, il settimo senso dell'anima. E' attraverso l'amore per la bellezza del corpo, della mente e dello spirito delle donne che è pssibile giungere a percepire il "mistico suono" delle sette Muse, le sette arti, in grado di veicolare il potere degli archetipi, e quindi della mente universale (il ciclo di Urano), nel nostro cuore.

Se diventiamo sensibili alla bellezza estetica e spirituale trasmessa da Afrodite, significa che abbiamo realizzato il senso di sè mentale e siamo disponibili, come insegna il mito di Narciso, ad abbandonare un concetto astratto di Bellezza per abbracciare invece il potere dell'arte (Matrika shakti) di illuminare la mente attraverso un consapevole dispiegamento di simboli, emblemi, metafore, allegorie e mantra, il linguaggio degli archetipi trasmessi dalla Mente Universale.

L' irrompere dell'archetipo nel cuore dell'iniziato all'Arte (Narciso) provoca una perdita provvisoria del senso dell'io in cui solitamente ci identifichiamo, e cioè in quella parte di cervello che non vuole ascoltare la voce dell'anima (la ninfa Eco) che invece è sensibile al tempo ciclico e ripete incessantemente le prime parole di ogni frase per annunciare (in forma subconscia) un cambiamento di vibrazioni nella Mistica Musica universale.

Narciso è bellissimo perchè dotato di senso estetico, ma non conosce l'effetto trascendente della Bellezza di purificare l'io dalla libido, di trasmutare la pigrizia e l'arroganza in desiderio di conoscenza e di trasformare il senso di sè mentale nel senso di sè spirituale di chi è consapevole di avere un destino, un archetipo da interpretare (il nodo lunare sud).

Se la vita diventa un film di cui siamo spettatori della vita delineata dagli archetipi, anche la vita materiale viene percepita dall'alchimista come Regno dell'Illusione e dell'Ignoranza in cui crediamo di essere ciò che non siamo e crediamo di conoscere ciò che non possiamo decifrare con l'intelletto razionalizzatore.

La mitologia ci insegna un percorso di conoscenza in cui diventiamo ciò che che conosciamo. E' questo il segreto degli alchimisti, il segreto di coloro che decidono di essere illuminati dall'amore, dalla coscienza e dalla conoscenza delle donne figlie di Afrodite; donne sensibili al tempo ciclico della luna e che rinunciano all'ego di declamatre verità che ancora non conoscono, ma che percepiscono con il cuore, la mente subconscia femminile.

Eco, per questa sua pretesa di amare (conoscere) chi non vuole essere amato (conosciuto), viene condannata a diventare uno scoglio, metafora di un processo di pietrificazione delle facoltà psichiche intuitive, mentre Narciso scompare all'interno del proprio riflesso, dentro uno specchio (l'dentificazione razionale nel proprio volto/identità sociale e negli stereotipi della bellezza) in cui non si può più riconoscere.


Dissoluzione di Narciso e nascita di Bacco


Se diventiamo sensibili alla bellezza estetica e spirituale trasmessa da Afrodite, significa che abbiamo realizzato il senso di sè mentale e siamo disponibili, come insegna il mito di Narciso, ad abbandonare un concetto astratto di Bellezza per abbracciare invece il potere dell'arte di illuminare la mente attraverso un consapevole dispiegamento di simboli, emblemi, metafore, allegorie e mantra (matrika shakti), il linguaggio degli archetipi trasmessi dalla Mente Universale.

Il fenomeno di adesione ai canoni della Bellezza che da millenni illuminano non solo l'arte, ma anche i comportamenti morali, etici e spirituali degli individui che hanno fatto la storia dei sentimenti umani, avviene ogni qualvolta che percepiamo una vibrazione sottile nel cuore e appare, in forme più o meno profonde, il segno del turbamento.

Gli innamorati, le donne e gli artisti sperimentano il fenomeno ciclicamente, ogni volta che l'energia spirituale (Venere urania) si colloca nel "cuore" (la luna è in quadratura al sole, nella fase di luna crescente e decrescente). Il turbamento segna l'inizio di una fase di introversione psichica, mentale e creativa in cui diventa possibile assimilare, in forme subconscie, inconscie e iperconscie, le "sette regole di Afrodite" che sono propedueutiche alla purificazione della libido (amor sui), alla trasmutazione delle sensazioni corporee in consapevolezza percettiva (senso di sè) e trasformazione dell' identità cosciente in comprensione razionale delle potenzialità trascendenti della mente (luna piena) e dei poteri dell'intuizione supercosciente (luna nuova).

L'interpretazione freudiana del mito di Narciso, ricondotta alla sola tematica dell'amor sui, è certamente limitativa, anche se rappresenta il fenomeno più evidente che emerge nell'individuo quando impara l'arte di comunicare (intelligenza di relazione), e quindi di influenzare, persuadere, suggestionare e manipolare la psiche (la ninfa Eco), anche semplicemente ritraendosi e disdegnando il contatto. Il senso di sè mentale, sintesi di tutte le possibili forme di comunicazione e di ricezione delle informazioni che, per quanto possibile, sono in grado di esprimere nelle mie relazioni con mondo, degenera spesso in autocompiacimento, arroganza e presunzione, caratteristiche peculiare di chi viene subito etichettato ironicamente dalle donne come "vanesio", "saputello", "seduttore senza scrupoli" o "quello più bello degli altri".

E' in questa fase che si sviluppa la forza del desiderio e la sensazione di poter realizzare qualsiasi desiderio, a cui corrisponde, in caso di successo, uno sviluppo ipertrofico dell'ego, l'unico in grado, attraverso un processo di motivazione, scelta e decisione finalizzato agli scopi, a dare valore all'oggetto del desiderio. La capacità di orientare il desiderio su un oggetto è chiamato libido. La libido è considerata il carburante dell'alchimia spirituale poichè il suo scopo immediato (subconscio) è di reintegrare a sè l'essenza dell'oggetto desiderato.

La libido rappresenta la forza mentale primaria che ci permette di integrare dentro di noi le "energie" indispensabili per realizzare l'equilibrio psicologico e materiale. Quando la libido è orientata verso l'esterno l'individuo vaga alla ricerca del denaro, della bellezza e del piacere che rappresentano le esperienze necessarie all'io mentale (il Figliol prodigo) per dissipare tutte le risorse psichiche e materiali e ritornare così alla casa del padre (la razionalità evolutiva). Quando la libido dà forza al desiderio di conoscere se stessi, o di conoscere le verità spirituali, e si rivolge all'interno, accade che l'io mentale "sprofonda" nell'introversione psichica (malinconia adusta) e infine creativa (melanconia generosa), considerati gli stati d'animo che dischiudono all'Alchimia della percezione, della coscienza e della conoscenza di sè.

Anche Narciso è pervaso dall'amor sui, dalla libido di realizzare i desideri del cuore, e non dà retta all'eco della propria anima che lo "segue e lo osserva da lontano nascosta dietro gli alberi", metafora di una condizione subconscia in cui i desideri dell'anima (di introversione amorosa) vengono trascurati per privilegiare i desideri dell'ego. Narciso non solo disdegna di ascoltare i desideri di Eco, ma si prende gioco della libido femminile che, a differenza di quella maschile, cerca nel partner una possibile integrazione di ciò che effettivamente "manca" nel corpo femminile (l'intinto di agire).

Per questo motivo Amore, figlio di Afrodite, decide di punirlo. La punizione è semplice. Amore, simbolo del turbamento estetico e sentimentale, invoca la Dea Nemesi e inverte la direzione della libido dall'esterno verso l'interno. L'introversione del desiderio si traduce in desiderio di conoscenza e accende l'istinto di riflessione iscritto nel dna femminile. L'introversione della libido costringe ogni individuo a "guardarsi allo specchio" e a riflettere sul significato simbolico delle relazioni e dei rapporti che stabiliamo con le persone e le cose.

La libido infatti va alla ricerca di ciò che manca all'Anima per evolvere in coscienza sensoriale di sè (Bacco) ed ascendere "al cielo" (Arianna). L'autoconoscenza, così come insegna il mito di Dioniso che muore mentre si osserva allo specchio, è la soglia che ci permette di comprendere la dimensione illusoria della realtà creata dalla libido egocentrica e il potenziale mistificatorio connesso a tutte le attività mentali e relazioni in cui la libido scende a patti con la libido altrui pur di perseguire i propri scopi. La verità è oltre lo specchio e l'autoconoscenza, frantumando la dimensione dionisiaca dell'esistenza materiale, ci conduce oltre l'illusione, la mistificazione e la ricerca di piaceri sensoriali effimeri.

La mitologia greca ci avverte che Narciso a un certo punto si disintegra. L'introversione della libido provoca una graduale dissoluzione dell'ego e l'amor sui si traduce in una nuova e più raffinata coscienza di sè. Narciso "muore" e rimane come addormentato sulla sponda del fiume (narcotizzato dai petali di coscienza da lui stesso generati nel fiore omonimo), mentre al suo fianco "nasce" la figura straordinario di Bacco.

Bacco, interprete sublime della coscienza sensoriale dell'alchimista che introverte la libido per ricercare i piaceri dell'anima attraverso la distillazione dei sensi corporei, mentali e spirituali (gli Elixir), è la prosecuzione logica della Filosofia di Afrodite: Narciso segna la transizione dal "senso di sè mentale" al "senso di sè sensoriale /spirituale" di Bacco. Lo spiritualità non trascende l'uomo, ma è un valore terreno, conquistato attraverso lo sviluppo sensoriale e l'osservanza delle regole dell'Arte

domenica 15 febbraio 2009

La liberazione di Andromeda


Veronese, Perseo libera Andromeda

Il sonno di Psiche rappresenta un momento cruciale della trasformazione alchemica della "seconda materia" (la Psiche) nella "terza materia" (la Mente). Le quattro prove superate da Psiche grazie all'aiuto providenziale delle formiche, della canna, dell'aquila e della torre allude all'intero processo di illuminazione dei sensi psichici che caratterizzano l'esperienza dei sensitivi, dei medium e dei veggenti.

Psiche alla fine del viaggio negli Inferi ruba l'elixir della percezione psichica della realtà "invisibile" distillato da Proserpina durante un lungo "processo" di esplorazione della mente subconscia, inconscia e iperconscia nel regno di Plutone.
Impaziente di conoscere il fluido segreto di Proserpina, Psiche non resiste alla tentazione di sperimentare la "bellezza interiore" portata a compimento dalla trasformazione della pulsione psichica irrazionale in comprensione delle motivazioni che spingono l'anima ad affrontare, in forma subconscia, le esperienze, le prove e i conflitti inerenti il proprio "destino" spirituale.

Al termine delle quattro prove, Psiche evolve il senso di sè psichico (carattere) in senso di sè mentale (temperamento), sintesi di tutte le possibili elaborazioni fisiche (le formiche), psichiche (la canna) intuitive (l'aquila) ed evolutive (la torre) che, per quanto possibile, sono in grado di esprimere, comunicare e comprendere utilizzando l'energia mentale peculiare del mio "temperamento di nascita" (l'ascendente dell'astrologia).

Tuttavia Psiche non è ancora in grado di sostenere il metabolismo psichico compiuto dall'adrenalina nel cervello (Proserpina) e cade addormentata, assopita in un lungo sonno, metafora del tempo necessario al Temperamento (Perseo) di affrontare i "mostri" che albergano nella psiche, rappresentati nella mitologia dalle tre Gorgoni che possiedono il potere di 'pietrificare'. e quindi di impedire, il processo di trasmutazione dell'energia psichica (Psiche) in energia mentale (Andromeda).

Perseo affronta Medusa trasformata da Minerva in un mostro marino con capelli di serpente e il potere di pietrificare con lo sguardo. Enblema dell'ego psichico, tipicamente femminile, di intuire le verità nascoste attarverso il sistema della percezione sensoriale, ma poi incapace di selezionare le fonti dell'informazione e di elaborare con metodo e razionalità il ventaglio delle ipotesi, Medusa rappresenta il collegameto provvisorio stabilito dall'anima psichica (il cercvelletto attivato dall'adrenalina) con la parte di cervello (il mesencefalo) in cui avviene una prima elaborazioen della immagine e dei suoi contenuti.



Perseo deve recidere il collegamento e mozzare la testa del mostro, colpevole di impedire all'anima di evolvere la percezione psichica in percezione critica, razionale e cognitiva di ciò che viene recepito dal corpo. Minerva gli dona uno scudo lucente come simbolo di un processo di analisi dei "movimenti" e delle motivazioni che spingono l'ego ad agire accecato dall'ira, dalla gelosia e dalla libido di possesso.

Perseo, emblema del temperamento di chi è consapevole di cosa si agita nel cuore umano, può così correre velocissimo sulle ali dell'adrenalina e combattere contro il drago che tiene prigioniera Andromeda, la fanciulla che incarna l'enegia mentale indispensabile per evolvere nel "senso di sè mentale".

Libero dalla pulsione irrazionale di credere a ciò il carattere psichico gli suggerisce di fare, Perseo trasforma l'adrenalina in energia mentale e si unisce con
Andromeda nei due emisferi cerebrali superiori, metafora di un nuovo metabolismo dell'energia psichica all'interno delle strutture cognitive e creative del cervello.

Temperamento ed energia mentale producono infatti un sistema di difesa dall'arroganza e dalla presunzione di chi pretende di avere ragione
con la forza delle argomentazioni suggerite dalla libido psichica (il drago)-

Le prove di Psiche

La ninfa Atalata sposa Ippomene e così si compie la metamorfosi della pulsione psichica delle ninfe nel "senso di sè" delle donne. Afrodite detta le "regole della metamorfosi" e invita gli esseri umani (le anime) ad essere consapevoli delle sensazioni corporee, non solo quelle suscitate dall'Eros e dalla Bellezza estetica, ma soprattutto quelle che avvertono della presenza invisibile, misteriosa e spesso occulta, della frequenze infrarosse che avvisano dei pericolo, dei guai e delle possibili problematiche insite in ogni tipo di relazione, anche amorosa.

La mitologia greca narra la complessa storia di Psiche, poi ripresa e riscritta in chiave favolistica da Apuleio nei primi secoli dell'era cristiana, che disobbedisce all'ordine di non guardare in viso il volto dell'amato. Il meccanismo della favola è lo stesso collaudato nella Genesi in cui Eva disobbedisce all'ordine di Dio di non mordere la mela della conoscenza, sapendo bene che la psiche femminile è biologicamente in-sub-ordinata, e cioè destinata a rifuggire ad ogni proposizione e comandamento proveniente da processi di razionalizzazione delle pulsioni.

Psiche non è una ninfa (percezione psichica), ma è una donna (senso di sè psichico)costretta dai genitori a salire su una montagna (il cervello) per diventare sposa di un essere orribile (la ragione saturnina), giusta punizione per chi "recita" un ruolo (la "femme fatal" ad esempio) e non evolve in consapevolezza percettiva.

Psiche possiede un notevole controllo dei propri "registri" emozionali, e, come una attrice, interpreta il proprio senso di sè psichico come "mezzo" per manifestare l'intelligenza femminile finalizzata agli scopi. Per questo suo modo "furbetto" di fingere e di frignare a comando, Afrodite la punisce e la costringe a affrontare quattro prove.

La posta in palio è molto alta. In ogni prova Psiche deve dimostrare di poter superare i propri limiti biopsicologici, altrimenti deve morire, rimanendo confinata per sempre nellzdimensione psichica dell'esistenza. Il simbolismo della favola descrive una possibilità concreta, per ogni individuo,di trasformare la percezione sensoriale di Psiche in percezione cognitiva, comprensione simbolica e conoscenza spirituale della propria Anima peculiare di Proserpina, simbolo dell'anima che sposando Plutone, scende negli inferi e conosce la dimensione subconscia (l'inferno),inconscia (il Purgatorio) e iperconscia (il Paradiso) della mente

La prima prova

La trasformazione della percezione sensoriale in percezione critica richiede un incremento di energia mentale che si traduce in pazienza, perseveranza e metodo. Alla bellissima Psiche viene chiesto di separare i vari tipi di legumi contenuti in un vaso e di raggrupparli per seme. Impresa impossibile, ma in suo aiuto giunge un esercito di formiche.



"E così dicendo le si precipitò addosso e cominciò a lacerarle in mille brandelli la veste, a strapparle i capelli, a scuoterla per il capo, a colpirla furiosamente. "Poi si fece portare dei chicchi di frumento, d’orzo, di miglio, semi di papavero, ceci, lenticchie e fave, le mescolò, ne fece un gran mucchio e le disse: ‘Sei una schiava così brutta che a me pare tu non possa farti in alcun modo degli amanti, se non a prezzo di un diligente servizio. Perciò voglio mettere alla prova la tua abilità: dividi tutti questi semi, sceglili ad uno ad uno e fanne tanti mucchietti, in bell’ordine. Prima dì sera verrò a controllare che il lavoro sia stato eseguito.’ E lasciatala davanti a quel gran mucchio di semi se ne andò a un pranzo di nozze. "Psiche non ci provò nemmeno a metter mano in quel confuso, inestricabile cumulo ma costernata dall’enormità di quell’ordine se ne rimase in silenzio come imbambolata. Allora quel piccolo animaluccio dei campi, la formicuccia, che ben sapeva quanto difficile fosse un lavoro del genere, provò compassione per la compagna del grande Cupido e condannò la crudeltà della suocera. Cosi cominciò a darsi da fare, su e giù, chiamando a raccolta, dai dintorni, tutto il popolo delle formiche: ‘Correte, agili figlie della terra feconda correte e date una mano, presto, a una leggiadra fanciulla in pericolo, la sposa di Amore!’ E quelle accorsero tutte, a ondate, minuscolo popolo a sei piedi, e lavorando con uno zelo mai visto, chicco dopo chicco, disfecero tutto il cumulo, separarono i semi, li distribuirono in mucchi secondo la qualità e poi, in un batter d’occhio, disparvero.


La seconda prova

La seconda prova richiede l'evoluzione della percezione critica in valutazione razionale delle evidenze visibili ed invisibili, palesi ed occulte. In aiuto di Psiche giunge la "canna" che osserva immobile la vera natura delle cose e degli "uomini".

"S’avviò di buon grado Psiche non già per eseguire quell’ordine ma per trovare rimedio ai suoi triboli precipitandosi da una rupe giù nel fiume; ma dalla sponda una verde canna, di quelle da cui si posson trarre le melodie più soavi, quasi fosse ispirata da un dio, così le parlò nel lieve murmure della brezza leggera: "’Oh, Psiche, afflitta da tante pene, non profanare le mie acque sacre con la tua morte miseranda e non avvicinarti, ora, a quelle terribili e selvagge pecore, perché la vampa ardente del sole le rende ferocissime e con le loro corna aguzze e con le loro fronti dure come il macigno, talvolta addirittura con morsi velenosi, esse s’avventano sugli uomini per ucciderli. Intanto fin ché il sole del meriggio non avrà mitigato il suo ardore e le pecore non si saranno ammansite alla fresca brezza che sale dal fiume, tu puoi nasconderti a bell’agio sotto quel grande platano che, insieme con me beve alla stessa corrente. Quando le pecore si saranno quietate, allora recati nel bosco vicino e scuoti le fronde e troverai la lana d’oro rimasta attaccata qua e là nell’intrico dei rami.’

"Così quell’umile canna umanamente indicava alla povera Psiche la via della salvezza e questa non si pentì di averle dato ascolto né indugiò a seguire a puntino ogni istruzione, tanto che le fu facile compiere il furto e tornare da Venere addirittura con il grembo colmo di soffice lana d’oro.


La terza prova

La trasformazione della percezione razionale in percezione intuitiva richiede la determinazione mentale di risalire alla fonte della conoscenza che si trova sulle vette delle montagne. Psiche inizia la scalata e in suo aiuto giunge un'aquila che le riempie l'ampolla della conoscenza dei saggi.

"Ma nemmeno questa seconda prova, così rischiosa per giunta, le valse a cattivarsi il favore della sua padrona la quale, aggrottando la fronte e sorridendo amaro così le disse: ‘Non è che io non sappia chi sia stato l’autore furfantesco anche di questa impresa, ma voglio metterti ancora alla prova, proprio per vedere se hai veramente tanta forza d’animo e tanta saggezza. Vedi lassù la cima a strapiombo di quell’altissimo monte? Là c’è una sorgente le cui acque cupe scorrendo giù nel fondo di una valle vicina vanno a finire nella palude Stigia e alimentano le vorticose correnti di Cocito. Voglio che tu vada là in cima, proprio dov’è la sorgente, e che mi rechi all’istante, in questa piccola anfora, un po’ di quell’acqua gelida’ e così dicendo non senza minacciarla di pene ancora più gravi, le consegnò un’ampolla di levigato cristallo.


La quarta provaLa trasformazione della percezione intuitiva in percezione cognitiva, astratta e simbolica, richiede infine una profonda immersione nel sottosuolo, metafora dell'esplorazione del subconscio realizzato da Proserpina nel suo viaggio all'inferno. Psiche deve prelevare a Proserpina almeno una parte della sua conoscenza per poter sperare di superare la quarta prova e in suo aiuto giunge la "torre".

XVII "Allora Psiche comprese che per lei era davvero finita e si rese chiaramente conto che ormai la si voleva mandare a morte sicura. C’era, infatti, da dubitarne dal momento che la si costringeva a recarsi con i suoi piedi al Tartaro, nel mondo dei morti? Senza indugiare oltre salì allora su una altissima torre per gettarsi di lassù a capofitto pensando che questo fosse il modo migliore e più spedito per giungere agli Inferi. Ma la torre improvvisamente parlò: ‘Perché, disgraziata, vuoi ucciderti, buttandoti giù? Perché dinnanzi a quest’ultimo rischio, a quest’ultima prova vuoi darti subito per vinta? Una volta che il tuo spirito sarà separato dal corpo andrai, sì, in fondo al Tartaro, certamente, ma di laggiù in alcun modo potrai tornare.

"’Ascoltami: poco lontano di qui c’è Sparta, la celebre città della Acaia; cerca il promontorio del Tenaro che non le è distante anche se situato un po’ fuori mano. Lì c’è l’imboccatura che porta all’inferno e attraverso le sue porte spalancate si vede l’inaccessibile strada. Tu varca la soglia e mettiti in cammino seguendo quella burella e arriverai diritto alla reggia di Plutone. Non dovrai tuttavia inoltrarti in quelle tenebre a mani vuote ma recherai due ciambelle d’orzo impastate con vino e miele, una per mano, e due monete in bocca. Percorrerai un buon tratto di quella strada che porta alla morte e incontrerai un asino zoppo carico di legna e un asinaio zoppo anche lui che ti pregherà di raccattargli alcuni rami caduti dal suo fascio; ma tu non ascoltarlo, passa oltre in silenzio. "’Poco dopo arriverai al fiume dei morti a cui sta a guardia Caronte il quale per traghettare sulla sua barca rattoppata quelli che vanno all’altra riva si fa pagare il pedaggio. Come vedi anche fra i morti esiste l’avidità di denaro e nemmeno il famoso Caronte, né lo stesso padre Dite, un dio così potente, fanno mai nulla gratis e un pover’uomo quando muore deve procurarsi il prezzo del viaggio e se per caso non ha il denaro lì pronto nella mano non gli danno neanche il permesso di morire. "’A quel sordido vecchio darai per il pedaggio una delle monete che hai portato con te, ma lascia che sia egli stesso, con le sue mani, a prenderla dalla tua bocca. Inoltre, mentre traverserai quella pigra corrente un vecchio morto dal pelo dell’acqua solleverà verso di te le putride mani e ti supplicherà di accoglierlo nella barca, ma tu non lasciarti piegare da una pietà che non ti è consentita.



"’Attraversato il fiume, poco più oltre, delle vecchie intente a tessere una tela ti pregheranno di dar loro una mano, ma tu non farlo, non toccare quella tela, perché è un’insidia di Venere, come tutto il resto, per farti cadere dalla mano una delle due ciambelle. Non credere che perdere una focaccia sia cosa da poco conto: basterebbe questo, infatti, per non rivedere mai più la luce. Perché c’è un cane gigantesco, con tre teste enormi, mostro terribile, smisurato, che con le sue fauci spalancate latra contro i morti ai quali però, ormai, non può fare alcun male; egli cerca inutilmente di spaventarli e intanto eternamente veglia davanti alla porta e agli oscuri antri di Proserpina, custode della vuota dimora di Dite. "’Tu tienilo a bada gettandogli una delle due ciambelle; così potrai facilmente passare e giungere fino a Proserpina che ti accoglierà con cortesia e con benevolenza e ti inviterà a sedere a tuo agio e a consumare un lauto pasto. "’Tu però siederai per terra e chiederai soltanto un tozzo di pane e mangerai di quello, poi le dirai il motivo della tua venuta e preso quanto ti verrà dato, tornerai indietro, placherai la ferocia del cane con l’altra ciambella, darai all’avaro nocchiero la monetina che avrai conservato e, oltrepassato nuovamente il fiume, ricalcherai le tue orme per rivedere questo nostro cielo con il suo coro di stelle. "’Ma soprattutto ti raccomando una cosa: non aprire la scatola che porterai con te, non guardare dentro, non essere curiosa, non curarti di quel tesoro di divina bellezza che essa nasconde.’
"

Così quella torre provvidenziale assolse il suo profetico incarico e Psiche non indugiò, raggiunse il promontorio del Tenaro, prese con sé le monete e le ciambelle secondo le istruzioni ricevute, discese lungo la strada infernale, oltrepassò senza dir parola l’asinaio zoppo, diede al nocchiero la moneta per il traghetto, fu sorda al desiderio del morto che galleggiava, non si curò delle insidiose preghiere delle tessitrici, placò con la ciambella la rabbia spaventosa del cane e, infine, giunse alla dimora di Proserpina. "Qui rifiutò il morbido sedile e il cibo squisito che l’ospite le offerse ma sedette umilmente ai suoi piedi si contentò di un pane scuro, poi riferì l’ambasciata di Venere. "E senza indugio prese la scatola, in gran segreto riempita e sigillata, fece tacere le bocche latranti del cane con l’inganno della seconda ciambella, consegnò al nocchiero la moneta che le era rimasta e risalì dall’inferno con passo assai più leggero. "Ma dopo aver rivista e adorata questa candida luce, benché avesse fretta di portare a buon fine il suo mandato, fu assalita da un’imprudente curiosità: ‘Sono proprio una sciocca’ si disse: ‘porto con me la divina bellezza e non ne prendo nemmeno un pocolino, non foss’altro per piacere di più al mio bellissimo amante’ e, detto fatto, aprì la scatola.

"Ma dentro non v’era nulla, nessuna bellezza, ma solo del sonno, un letargo di morte che s’impadronì di lei non appena ella sollevò il coperchio e che si diffuse per tutte le sue membra in una pesante nebbia di sopore facendola cadere addormentata proprio dove si trovava, là sul sentiero. "E Psiche giacque immobile nel suo sonno profondo, come morta."

sabato 14 febbraio 2009

La curiosità di Atalanta

Il senso di sè psichico si forma nell'adolescenza, nel periodo in cui le sensazioni, gli slanci del cuore e le pulsioni psichiche indotte dall'eros occupano un posto rilevante nella vita, influenzando comportamenti e azioni.

Appena la madre esaurisce il ruolo di insegnare al figlio la necessità di contenere le pulsioni e gli eccessi psichici come la rabbia, la collera, ma anche l'entusiasmo e l'eccitazione, subentra un diverso processo di eleborazione dell'energia cinetica (maschile) e cinestetica (femminile) che produce in breve tempo la trasmutazione del "senso di sè fisico" nel "senso di sè psichico", inteso come la sintesi di tutte le azioni e reazioni psichiche che, per quanto possibile alla mia specifica natura (carattere), posso esprimere con il corpo, anche attraverso una forzatura, modificazioe e alterazione dei caratteri espressivi (recitazione).


La reazione psichica, tipica del senso cinestetico femminile, è caratterizzata dalla velocità e dall'imprevedibilità. Spesso è sufficiente il tono di voce, o una piccola incomprensione, a far scaturire un riflesso emotivo immediato che si traduce in pianto, oppure gelosia, ira e desiderio di contrapposizione.



Guido Reni: Atalanta e Ippomene

La pulsione psichica sfida chiunque. Non si preoccupa di chi ha di fronte perchè la reazione è così compulsiva che è impossibile contenere l'effluvio velocissimo di parole, gesti e manifestazioni citiche che la caratterizzano.
LA mitologia greca ha codificato nella vicenda sfida tra la ninfa Atalanta e del suo pretendente Ippomene il primo stadio di trasformazione della pulsione nel senso di sè psichico che deve svilupparsi all'interno delel regole sociali di convivenza.

Atalanta era una ninfa che rifuggiva da qualunque legame perchè un oracolo le aveva predetto che una volta sposata non sarebbe stata più la stessa. Abile cacciatrice e velocissima nella corsa, la ninfa sfidava i suoi corteggiatori a gareggiare con lei mettendo in palio la sua illibatezza in caso di vittoria, oppure il sacrificio della loro vita in caso di sconfitta. Per lungo tempo Atalanta rimase imbattuta, finchè non fu sfidata da Ippomene.

Ippomene, per vincere la gara e conquistare il cuore della fanciulla, chiese ad Afrodite di aiutarlo nell'impresa. Afrodite, Dea della conoscenza dei processi di metamorfosi dell'anima psichica in Emozione (Talia), Creatività (Eufrosine) e Bellezza (Aglaia), le tre Grazie nate dalla sua unione con Bacco (la coscienza sensoriale), gli donò tre mele d'oro da disseminare lungo il percorso allo scopo di attrarre la curiosità della ninfa e rallentare la sua corsa.


Le tre mele d'oro di Afrodite disseminate da Ippomene lungo il percorso evolutivo dell'anima psichica hanno l'effetto di suscitare interesse, curiosità e riflessione, i tre stadi di breve "introversione" della pulsione sufficienti a trasformare la "potenza cinestetica" nel senso di sè psichico.


La ninfa, come tutte le donne, è abile nella percezione psichica degli elementi in gioco ed è curiosa di scoprire tutte le "novità" che suscitano interesse nell'anima. Percepire l'intresse è la prima delle emozioni del cuore. La bellezza estetica, il lusso e i piaceri della vita, e la ricchezza di cui sono figlie, suscitano interesse nel cuore degli esseri umani perchè vibrano nelle frequenze invisibili degli infrarossi che il senso cinestetico femminile associa all'eros.

Atalanta è sicura della vittoria e concede a Ippomene un certo vantaggio, sufficiente al giovane per "collocare" interesse, curiosità di conoscere e riflessione lungo il "sentiero della trasformazione" di sè, riuscendo così a "frenare" la corsa della ninfa e a congiungersi con lei.

La vicenda descrive in metafora ilprocesso di evoluzione della percezione psichica (la velocissima ninfa) in interesse/consapevolezza, curiosità/conoscenza e riflessione/coscienza di sè (le tre mele d'oro). La percezione psichica è rapida nell'afferrare le situazioni più favorevoli allo sviluppo materiale dell'individuo, ma, nello stesso tempo, è superficiale.

Lo sguardo della "ninfa" si posa sulle copertine dei libri o sulle pagine patinate delle riviste di moda. Scorre con lo sguardo tutte le pagine fino a che non è attratta dalla luce di Ippomene, simbolo del prodotto estetico o culturale in grado di sucitare l'emozione dell'interesse (Venere in Taurus), la curiosità della mente (Venere in Gemelli) e la riflessione emotiva o critica (Venere in cancro).


Le "tre mele" di Afrodite emettono, una dopo l'altra, le frequenze dell'Eros, della Bellezza e della Verità (l'oro alchemico) contenute nelle opere dell'arte alchemica allo scopo di educare l'anima a riflettere sui principi della trasformazione della percezione psichica in consapevolezza, comprensione e conoscenza della Verità, così - come- si - presenta -al - primo - sguardo.